Al cuore non si comanda: e in quel tour sentimentale, avviato in gioventù, la fermata obbligatoria resta Fuorigrotta, stadio San Paolo, l’angolo preferito per lasciarsi cullare dalle emozioni forti d’uno stadio che conquista: «Io non penso alle offerte di altre società, io a Napoli sto bene, sono contento». La Napoli di Marek Hamsik è una santuario del calcio – dell’esistenza – da attraversare gioiosamente, portando con sé a Tornava qualsiasi fotogramma: e mentre la Slovacchia premia Martin Skrtel come calciatore dell’anno, uno dei tre tenori della premiata ditta De Laurentiis & Mazzarri sparge (attraverso una confessione alla Pravda) serenità intorno al mercato che verrà, rimuovendo con largo anticipo qualsiasi interpretazione: «Sto bene a Napoli» .
SI RINNOVA – Cinque anni da piccolo (grande) principe, cinquantacinque reti per stupire con un effetto speciale e ricambiare l’affetto straordinario: ma non è finita, anzi, perché ormai va semplicemente autografato il contratto, per prolungare un accordo ch’è già stato rinnovato da una stretta di mano. Napoli è per Hamsik il focolare domestico in cui continuare a crescere e a migliorarsi, il giardino con l’erba sempre più verde in cui lasciarsi andare, in quella Champions divenuta estasi con il tap in al Villarreal, il timbro aggiuntivo sul passaporto per gli ottavi di finale, per incrociare Lampard, per mettersi in viaggio verso Chelsea, la Londra più chic, con due reti di vantaggio.
VOGLIA DI GOL – L’Hamsik in salsa partenopea è un concentrato di (pazze e meravigliose) idee esposte nel suo lustro da bomber ma ora che quota cinquantacinque è stata raggiunta da un bel po’ – ormai circa due mesi – l’astinenza comincia a farsi sentire e scuote la «pazienza» d’uno slovacco al quale il Generale Inverno va sempre di traverso. Eh sì: raccontano gli almanacchi, sfogliandoli in sequenza, che il primo anno, la «crisetta» fu vissuta dal 27 gennaio (gol al Cagliari) sino al 17 marzo (rete al Palermo). C’è un periodo in cui Hamsik va in letargo, perché pure nel 2008-2009, stessa tendenza: il 31 gennaio contribuisce al 2-2 con l’Udinese e da quel giorno cala il sipario, per il periodo più lungo d’astinenza. I tre indizi che fanno una prova: nel 2010, servono due mesi esatti per volare grazie al vento dell’Est, che segna il 28 febbraio con la Roma. E nel 2011 la forbice è allargata dal 30 gennaio (4-0 alla Sampdoria) sino al 13 marzo (sarà un caso, stadio Tardini di Parma, la risposta a Palladino, prima che il Napoli dilaghi).
TOP TEN – Ma i conti tornano, a prescindere, perché quelle cinquantacinque reti valgono l’ingresso a braccia spiegate tra i primi dieci cannonieri di sempre della storia del Napoli e testimoniano tangibilmente il talento d’un centrocampista che sa fare ormai tutto, marcare e segnare, pressare e attaccare, coprire e ripartire; un genietto pure nel pensiero, perché mai banale e, soprattutto, sistematicamente tempestivo. Tra tre mesi ricominceranno le danze, ma quando il mercato spalancherà le sue porte e lascerà filtrare le indiscrezioni, lo spiffero proveniente da Trnava spazzerà via qualsiasi interpretazione: «Io non penso alle offerte della altre società, io a Napoli sto bene, sono contento». Più Marekiaro di così..
Fonte: corriere dello sport