Anche in questa stagione il Matador Cavani ha tutte le carte in regola per battere uno dei mostri sacri del Napoli come Antonio Careca che nella stagione 88/89 in 52 partite segnò ben 27 gol. Edinson Cavani la scorsa stagione ci andò molto vicino realizzando, fra campionato e coppe europee, 26 gol superando il record storico di Vojak. In questa stagione il Matador, dopo la rete contro il Parma, è arrivato a quota 16. Il Mattino ha voluto sentire proprio l’ex attaccante azzurro per chiedergli un parere sulla stagione di Cavani.
Careca, Cavani può farcela a vincere la classifica dei cannonieri di serie A?
“Non so se può riuscirci già quest’anno. La concorrenza è molto agguerrita. Di Natale e Ibrahimovic sono due avversari molto bravi e pericolosi nella corsa al titolo. Io ci andai molto vicino ma poi vinse Aldo Serena. In quel campionato c’erano Van Basten, Vialli, Baggio e Ramon Diaz, giocavano davvero i migliori bomber d’Europa”.
Insomma, difficile che arrivi primo?
“Però se non è quest’anno credo che possa accadere nella prossima stagione”.
L’uruguaiano, come lo fu anche lei, sembra davvero un attaccante spietato.
“Ha grande senso del gol ed è bravo a trovarsi sempre al posto giusto. Poi ha dei colpi da grande campione. Non gli manca nulla per essere un fenomeno e sta dimostrando il suo immenso valore. L’uruguaiano è un vincente che trasmette ai compagni forza mentale ed efficacia. Un artista del gol, un vero numero 9, che segna più o meno come facevo io. E come me non ha sofferto i primi mesi d’ambientamento a Napoli”.
Chi le ricorda dei grandi del passato?
“Nessuno. E lo faccio per il suo bene: ai miei tempi non facevano che paragonarmi ad Altafini o a Clerici ma io avevo già 27 anni e certi discorsi non mi spaventavano. Lui, invece, è un po’ più giovane ma ha già tanta esperienza in serie A”.
L’idolo del Matador era Batistuta.
“Un altro spettacolare giocatore. Anche a me piaceva tantissimo”.
L’attacco del Napoli tutto estro e fantasia?
“Sì, abbonda per la varietà di soluzioni offensive. E poi spesso gli attaccanti, Lavezzi e Cavani, vincono le gare da soli, anche quando la squadra non gioca bene”.
Quale è il segreto di Cavani?
“Lo stesso segreto che avevo io: l’equilibrio, la calma, la pazienza e la consapevolezza che il lavoro paga. Giocare e segnare per una grande squadra, su un palcoscenico prestigioso come il San Paolo è un sogno per tutti. Quella è una città magica, intorno alla squadra c’è sempre un’euforia contagiosa, Napoli sembra una città sudamericana”.
Può Cavani vincere lo scudetto con la maglia del Napoli?
“Ai miei tempi le squadre vincenti si costruivano intorno a un uomo che faceva tanti gol. Cavani è uno di questi”.
La sua risposta è sì?
“Al Napoli manca ancora qualcosa per essere più forte di Milan e Juventus. Magari con qualche altro rinforzo si mette alla pari”.
Per vincere lo scudetto deve andare via da Napoli?
“Non credo. Il Napoli ha tutto per poter tornare a vincere. Come sta dimostrando anche in Champions League”.
Lei in Italia ha giocato sempre e solo a Napoli. Una scelta?
“Sì. Quando andai via lo feci per trasferirmi in Giappone. A Napoli stavo benissimo: avevo l’affetto della gente e la passione: mi sentivo in famiglia. Ho sempre pensato che avrei potuto realizzare lì le mie ambizioni. E sono contento di quello che ho fatto”.
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 7 Mar 2012 - 09:59