Vittoria, evoluzione e cambiamento: sono termini ricorrenti nel Napoli degli ultimi sette anni votato al work in progress continuo. Uno scalino dopo l’altro e si è arrivati tra le migliori sedici squadre del continente superando compagini ben più superiori tecnicamente e finanziariamente. La fortuna, che segue la bravura oggettiva della banda Mazzarri, sta proprio nell’aver incontrato team dalla esperienza consolidata, nell’aver acquisito indirettamente i crismi necessari per trasformarsi in realtà internazionale. La politica dei piccoli passi e dell’umiltà impone la conquista di una nuova e possibile dimensione attraverso uno stadio iniziale che passa attraverso il giudice supremo del calcio, ossia il rettangolo di gioco.
La sbornia di Carnevale ai danni di un Chelsea smarrito e senza nerbo va interpretato solo come un piacevole episodio fine a se stesso. E’ opportuno fare tabula rasa, dimenticare la prestazione spumeggiante dell’undici partenopeo e proiettarsi allo Stamford Bridge con la consapevolezza che sarà ancora tutto in gioco. I Blues, inoltre, hanno cambiato guida tecnica su consiglio dei senatori perennemente affamati di gloria. Tra appena sette giorni ci sarà un autentico inferno inglese, e per uscirne vivi servirà sangue freddo e giusta forza. Il London Bridge è pericolante: a Lavezzi e soci il compito di assestare gli ultimi, decisivi colpi.
Giorgio Longobardi
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Articolo modificato 7 Mar 2012 - 17:44