È stata la «Manita de Dios» strilla unanime la stampa sportiva, da Marca a Mundo Deportivo. «Cinque motivi per credere in Dio» titola El Mundo, «La quinta sinfonia di un Messi dell’altro mondo» dice Sport, «Mamma mia, che Messi!» ammutolisce, in italiano, Mundo Deportivo, «Leo, ai tuoi piedi» si inchina il madridista Marca, che riconosce «la sua superiorità sul resto dei mortali».
La “Pulce”, uno dei calciatori più corretti in campo, ha pagato con un giorno di squalifica in Liga cinque ammonizioni accumulate. Ironia della sorte nello stesso giorno in cui anche il “picchiatore” del Real Madrid Pepe si è fermato, pure lui per “soli” 5 gialli. La vacanza obbligata del fuoriclasse argentino ha forse contribuito allo storico show contro i tedeschi.
Per Messi, uno che «è davvero felice solo con un pallone fra i piedi dieci giorni senza giocare una partita deve essere una vera tortura» scrive El Mundo: Messi, spiega, «vive lì dove i bambini non crescono, nel Paese delle Meraviglie».
I quotidiani spagnoli rilevano l’entusiasmo dei colleghi, dalla star dell’United Rooney – «Messi è il migliore di sempre» – a quella dell’Atletico Falcao – «ha giocato una partita da Play Station» – e lo stupore commosso di Pep Guardiola: «potrò dire che l’ho allenato, ho avuto questa fortuna»: «non ci sarà più uno come lui. Lo dissero per Di Stefano, poi venne Cruyff, quindi Maradona, e non dimentico Pelè o si offende. Ma ora il trono appartiene a Messi. È incredibile che a soli 24 anni sia a sette gol dal record di Cesar».
Con la “manita” al Leverkusen la “Pulce” è a quota 228 gol da blaugrana a solo 7 reti dallo storico record assoluto di Cesar. Lui, il “Dios” del calcio moderno, va avanti con la modestia di sempre. È uscito dal Camp Nou felice, pallone in mano, ed è tornando palleggiando negli spogliatoi. «Vivo un momento splendido» sorride. E si che prima della partita, rivela Marca, avevano dovuto dargli un’aspirina: aveva mal di testa.
fonte: Il Mattino