Il punto: agli azzurri basta un set: 6-3

Miglior modo di esorcizzare la gara di mercoledì sera allo Stamford Bridge di Londra probabilmente non c’era. Per stasera la Mazzarri band recita la parte de “Gli Spietati” con Pocho Lavezzi su tutti ad imbracciare il fucile a pallettoni che sventra le budella al Cagliari. E’ l’uomo del momento, apre le acque coe Mosè con il suo bastone, riempie le menti degli avanti azzurri, inducendo ad abusare del proprio estreo, mette gli avversari al muro, per la serie ” o mi atterri o ti beffo” ; guadagna falli da ammonizione, e quando non lo fermano è letale. E’ forse questa la stagione della definitiva consacrazione. L’antagonista è il “golden BoyHamsik, distributore automatico di appoggi e passaggi molto lucidi, è colui che sistema la manovra e la rende più fluida. E’ necessario come l’aria che si respira. Altro tassello decisivo è stato Gargano, capace di reggere da solo la forza d’urto del centrocampo cagliaritano, ha 3 polmoni e caparbietà da vendere, a lui il merito del successo di un reparto, il centrocampo, su cui il Napoli sta gettando le basi di una rimonta in campionato, a questo punto, molto probabile. Finalmente possiamo annoverare anche la prova di lucidità offerta da Inler, stantuffo inesauribile per tutti i novanta minuti. Ed il Napoli ha maledettamente bisogno della sua continuità per completare il capolavoro dipinto dai pennelli magici di Walter Mazzarri, lo stratega, il cocciuto, il vincente. Con questo allenatore, oramai si sa, si può vincere qualcosa di importante, poichè ha tatuato nel proprio DNA lo spirito dell’uomo di successo, burbero, scontroso, ma una spanna sopra al quadro generale dei tecnici italiani fino ad oggi, con tutto il rispetto di chi ci legge. Superlativa è stata anche la prova di Pandev, che sembrava non essere del tutto semplice, vista l’assenza prolungata del macedone dal primo minuto. Ed invece Goran c’è, è bene ammetterlo. Nelle vesti atipiche di assist man, produce una serie impressionanti di azioni gol, che farebbero mangiare le mani a qualsiasi allenatore lo veda. E poi sempre scaltro, attento ai minimi dettagli, furbo e geniale, insomma gli manca solo il gol, ma con una vena così estrosa vien voglia di metterlo sempre in mischia. Completa l’opera il tuttofare Zuniga, dove lo metti li ti stupisce, copre, marca, risolve, costruisce, imposta, sembra che lo abbiano clonato, poichè d un certo punto lo vedi dappertutto. Si diverte, infine anche il baronetto Maggio, che addirittura si concede il lusso del gol con inchino alla curva; vero gentleman.Con questi presupposti il Napoli ha costruito una vittoria così ampia, macchiata dalla tripletta di Larrivey e dalla consequenziale serataccia di Cannavaro e co., nonostante il gol, lascia spesso l’argentino solo, pronto a colpire. A Londra certe amnesie bisogna lasciarle nello spogliataoio, perchè certo è che Mr.Drogba non si farà di certo scappare l’occasione. Stesso dicasi per Aronica, che impazzisce su Ibarbo,  su Campagnaro, disordinato e disorientato in alcuni frangenti. Anche De Sanctis non è immune da colpe, figlio di una generale rilassatezza post-valanga, ma non può certo essere un alibi. Resta la soddisfazione di una gara brillante e spumeggiante, allegra si nelle marcature, ma pur sempre spettacolare e beneaugurante per la sfida di Champions. Rosicchiati altri punti importanti, agganciata l’Udinese a quota 46, che potrebbe risentire di un calo post match di Europa League in Olanda. Si va a Londra carichi di speranze e buoni propositi, consapevoli delle proprie forze, ma anche dei propri punti deboli, che nella gara di ieri sono venuti fuori, nonostante lo straripante successo. Godiamoci la storia, dopo questa iniezione di fiducia, in barba a quanti erano convinti che gli azzurri fossero già col passaporto alla mano, al gate per London.

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