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Ecco il pensiero del Caporedattore delle pagine sportivo de Il  Mattino Toni Iavarone.

A ferire sono le lacrime di quei ragazzi dello stadio, seduti nel settore Upper West. Esse appartengono a quei tifosi napoletani che a Londra cercavano un loro pezzo di storia del calcio. La Mazzarri band esce con immenso dolore dalla Champions. Agli azzurri sono mancati la precisione e un piglio vero. Ma pure la forza di non abbattersi dinanzi ad un Chelsea che si è rialzato dalla sua crisi. Così si è sviluppato il lungo, interminabile match contro i Blues. Cavani e Lavezzi hanno fallito. Solo il povero De Sanctis, sotto porta, ha raddrizzato la barca respingendo azioni a ripetizioni dei padroni di casa. Si soffre, in genere, per realizzare le grandi imprese. Il Napoli invece ha sofferto per incassare una sconfitta che si è profilata a metà del primo tempo, quando ormai nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul Chelsea. Partita stranissima, indecifrabile. Andata e ritorno: due match completamente diversi tra loro. Al San Paolo il Napoli ha dominato, è riuscito a fare tutto quello che voleva, s’era preso un preziosissimo 3-1. La carta si indigna, è un vecchio motto di dire dei pokeristi, quando una mano non viene sfruttata adeguatamente. A Londra, è il pallone che si indigna. Ed è all’inizio della ripresa che la partita cambia volto e che il Napoli ha cominciato a vedere le streghe. Un match incomprensibile, perché non è fisiologico dilapidare in questo modo due gol di vantaggio. E forse è infrequente, in un ottavo di finale europeo, beccare quattro reti nella maniera più ingenua possibile: due su palla inattiva, una su rigore e l’ultima senza una spiegazione. È quello che è occorso al Napoli. Il primo su colpo di testa di Drogba, che rinasce su questo episodio e alla fine sarà strepitosamente tra i migliori, il secondo di Terry, il terzo su penalty di Lampard che De Sanctis è bravo a intercettare e sfiorare, ma nulla può, nemmeno su Ivanovic nel supplementare. Lo spirito agonistico degli inglesi è arcinoto, il Napoli ha attraversato minuti di totale smarrimento, poi ha cercato di riprendere a macinare il suo gioco, ma la differenza psicologica era evidente. Per il Napoli è una sconfitta incredibile ma vera, terribilmente vera. Come incredibile è stato il passaggio a vuoto, di tutti, a fine primo tempo ed all’inizio del secondo. È un ko amarissimo, che probabilmente vedrà più di uno sul banco degli imputati. Va anche riconosciuto, tuttavia, che l’impresa, per quanto alla portata dei partenopei, non era affatto scontata: perché, di fronte al calibro e all’esperienza degli avversari, non può bastare la sfrontatezza del Napoli. Nello Stamford Bridge, lo stadio dei rimpianti, la festa è tutta blu. Di Matteo alza le mani al cielo, quel quarto di finale il Chelsea non l’ha rubato. Sembrava l’avesse perso, l’ha rivoluto. Onore a loro. Ma quanta rabbia c’è ancora dentro quei ragazzi che hanno creduto di cambiare la loro storia calcistica.

Fonte: Il Mattino

Articolo modificato 15 Mar 2012 - 09:43