Il Napoli non ha giocato bene, tutt’altro. Ancora troppe le disattenzioni della retroguardia, ancora sul banco degli imputati dopo i due errori che hanno permesso a Pinzi nel primo tempo ed al solito Di Natale nel secondo di portare l’Udinese sul doppio vantaggio ed assaporare per una manciata di minuti il gusto del terzo posto solitario. La generosità dell’arbitro Rocchi, espellendo in maniera forse frettolosa Fabbrini, ha concesso al Napoli di reinserirsi in partita, riacciuffando il risultato per i capelli, trascinato dal suo uomo di punta, el Matador Cavani, autore di una fantastica doppietta, siglata pochi minuti dopo aver sciupato l’ennesimo penalty in maniera dilettantesca, per essere eufemisti.
Davvero tante ingenuità, in questo match, che il Napoli puntualmente paga a caro prezzo. Dicevamo delle due reti prese dagli azzurri, entrambe scaturite da Pinzi, autore della prima marcatura e del palo che ha poi consentito a Di Natale di realizzare la seconda. Ancora errori di posizione, soprattutto da Campagnaro che continua nella sua discesa senza freni a cui non si riesce a porre rimedio. Sfortuna nella sfortuna, il suo sostituto naturale, Grava, è ancora ai box per i postumi dell’infortunio patito a Parma. Cannavaro e Britos non sono stati tanto meglio dell’argentino, ma è tutto l’impianto difensivo che andrebbe rivisto e risistemato alla meglio, alla luce degli impegni che attendono il Napoli, in attesa dell’estate dove ci si aspetta una vera e propria rivoluzione in questo reparto che in questa stagione sta ampiamente deludendo le attese.
Se la difesa, con la testa e con le gambe era rimasta a Londra, nemmeno il centrocampo brillava di luce propria. Gargano troppo stanco fin dalle prime battute, mentre Inler risentiva della tensione di giocare nello stadio che fino all’anno scorso lo accoglieva da eroe ed ora invece da traditore. Troppo statico lo svizzero che è riuscito ad emergere allorquando le energie dei centrocampisti friulani calavano alla distanza, dovendo sopperire alla mancanza di un effettivo e sopraffatti dalla stanchezza fisica a causa dell’impegno infrasettimanale che, come il Napoli, li ha visti uscire dall’Europa.
Solo allora, con il centrocampo guidato dalle due guardie svizzere Inler e Dzemaili, il Napoli ha avuto la spinta necessaria per chiudere l’Udinese nella propria metà campo, impedendogli le letali ripartenze con cui i friulani sono soliti vincere molte partite. Bene, dunque Dzemaili che è riuscito a dare quantità e qualità nelle due versioni in cui è stato proposto da Mazzarri: primo tempo da tre-quartista, centrocampista nel secondo tempo. Molto propositivo nella prima “faccia”, essendo l’unico che abbia tirato verso Handanovic, molto dinamico nella seconda, recuperando e smistando palloni importanti, uno su tutti quello che ha portato al pareggio di Cavani.
Menzione d’onore, l’ennesima, per l’uruguaiano che merita, forse più che in altre circostanze, le lodi per aver portato il Napoli al pareggio. Non è da tutti reagire con una doppietta, e che doppietta, dopo un rigore tirato in maniera orrenda. Due gol pregevoli per esecuzione: calcio di punizione pennellato, alla sinistra dell’immobile Handanovic, e una botta secca, di rabbia, che ha incocciato il palo prima di insaccarsi per la seconda volta. Due gol da fuoriclasse vero che però non gli possono evitare un appunto. Quest’anno sono stati sprecati davvero troppi calci di rigore e sarebbe ora di spendere qualche minuto in più a Castel Volturno per qualche seduta supplementare.
Così così Zuniga, che sulla fascia destra, per lunghi tratti, ha fatto rimpiangere Maggio, ma paradossalmente, così come a Londra, ha avuto sui suoi piedi il match-point, scaricando un destro di rara potenza e precisione che solo uno strepitoso Handanovic poteva neutralizzare. Sarebbe stato il gol vittoria, ma sarebbe stata decisamente una sconfitta immeritata per l’Udinese che, fino all’espulsione di Fabbrini, era assoluta padrona del gioco, ed un premio troppo generoso per il Napoli che, al contrario, ha cominciato a giocare meglio sfruttando la superiorità numerica.
Alla fine il punto va benissimo ad entrambe le compagini che, come detto, continuano la loro marcia di avvicinamento al terzo posto occupato dalla Lazio che da ieri sera dista solo un punto. Per il Napoli un obiettivo fuori portata un mese e mezzo fa, ma non adesso, se la squadra non accusa un calo fisiologico e psicologico dovuta alla molteplicità ed alla delicatezza degli impegni a cui è chiamata ad ottemperare.
Adesso c’è il Siena, semifinale di Tim Cup, un altro impegno che non deve essere preso sotto gamba. Il Siena ha più volte messo in difficoltà il Napoli, e recuperare il gol di svantaggio non sarà un’impresa facile. Certo, oggettivamente tre le due squadre c’è un netto divario tecnico che sulla carta darebbe al Napoli molte più chances rispetto a quanto la reale condizione della squadra può concedere, ma sulla carta non si vince nulla e questo è un concetto basilare che sarà bene venga inculcato nella testa di tutti i giocatori. Troppo importante non sbagliare, non solo mercoledi, ma fino a Giugno. Si decide tutto in queste poche partite, e chi ha più birra in corpo probabilmente avrà la meglio. Nel frattempo avanti così, con il punto d’oro del Friuli.
Articolo modificato 19 Mar 2012 - 10:26