Il suo contratto con il Napoli era già pronto ma poi De Laurentiis e Mazzarri riuscirono a trovare la quadra e il suo passaggio al Napoli svanì nel nulla. Parliamo di Gian Piero Gasperini, ex allenatore dell’Inter, che ha rilasciato un’intervista a Il Mattino dove spiega perché il Napoli è padrone del suo destino.
Gian Piero Gasperini ha un aplom sabaudo e dunque, pur se in realtà poco ci crede, è costretto a dirlo, neanche fosse ancora l’allenatore dell’Inter: “Nella volata per la Champions il Napoli deve fare i conti con i nerazzurri e anche con il Catania. Anche se è ovvio, da quello che si è visto nelle ultime settimane, la squadra azzurra sembra avere qualcosa in più rispetto a tutte le altre”. Gasperini è un torinese di Grugliasco: il suo dogma è il tridente d’attacco, sia nel 4-3-3 che nel più consueto ed estenuante 3-4-3. Da giocatore, nel Pescara di Galeone (Gasperini aveva un cuore di geometra, salvo momenti di puro furore), un giorno mollò un pugno in faccia a Maradona e gli ruppe il labbro superiore.
Gasperini, mica davvero crede che Mazzarri tema l’Inter di questi ultimi tempi?
“Beh, guardando la classifica deve farlo. Anche i nerazzurri hanno la possibilità di rientrare nel gruppo di squadre in lotta per un posto Champions. Lo dice l’aritmetica ma anche il potenziale del gruppo. Lo stesso Napoli ha fatto una grande rimonta in questo ultimo periodo dimostrando che risalire è possibile in questo torneo”.
L’uscita europea può agevolare il Napoli nella volata per il podio-campionato?
“Avrà più tempo per pensare alle partite della domenica e questo è sicuramente positivo. Ovviamente l’impegno in Champions determina un immenso dispenso di energie, fisiche e mentali. Lo sanno tutti. E il Napoli ha fatto onore all’Italia”.
Anche lei è rimasto sorpreso per la sconfitta col Chelsea?
“Io direi che ci sono rimasto proprio male. Nella gara al San Paolo il Napoli aveva dato delle chiare indicazioni di superiorità e di brillantezza. Sinceramente non mi aspettavo un risultato del genere a Stamford. Che poi, aggiungo, è anche immeritato perché gli azzurri hanno giocato a testa alta”.
La Champions, diceva, determina un handicap in campionato.
“Sì, non ne ho dubbi. Ritengo che se non fosse stato splendidamente distolto dagli impegni in Europa, il Napoli ora sarebbe addirittura a ridosso della Juventus”.
Praticamente quasi in lotta per lo scudetto?
“Quasi. Il Milan ha qualcosa in più rispetto agli altri, con giocatori abituati a vincere in maniera straordinaria”.
La reazione di Udine è un segnale di una squadra in grande forma?
“Gli azzurri hanno mostrato un carattere da grande. D’altronde il Napoli lo è, non credo che ci sia ancora chi si sorprende”.
Dà le sue percentuali nella volata per il terzo posto?
“Dopo tutto quello che ho detto, normale che veda il Napoli leggermente avanti rispetto alla Lazio e all’Udinese. Anche se sono tante le cose che possono far cambiare gli equilibri di questa bellissima volata. Però io non taglierei fuori dalla lotta anche la Roma: non molla mai e risorge sempre, anche quando il suo allenatore viene dato per finito”.
Quello che, purtroppo, non è capitato a lei?
“Tutti dicono che sono stato in panchina per quattro gare, ma non è vero: ho guidato l’Inter solo per tre giornate, 80 giorni compreso il ritiro. Le cose che avevo da dire le ho già dette sul mio rapporto con Moratti”.
Domani il Napoli gioca la Coppa Italia.
“Un trofeo che tutti tendiamo a snobbare all’inizio ma poi prende importanza col passare del tempo come testimoniano le finaliste delle ultime edizioni: sono sempre le migliori della A a contenderselo”.
Battere il Siena non dovrebbe essere un’impresa?
“Non esistono partite semplici. Certo, gli azzurri sono favoriti, poi ci sarà lo stadio pieno. Insomma, le condizioni ideali per passare il turno”.
Chi la sua favorita, invece, nella semifinale di stasera?
“Il risultato dell’andata dice Juventus. Non sarà facilissimo per il Milan ribaltare la sconfitta di San Siro. Però sarà un gran spettacolo”.
A proposito, se il Napoli vincerà la Coppa Italia rischia di volare a Pechino per la Supercoppa. Lei che c’è stato, com’è il calcio lì?
“Giocare in Cina a inizio agosto è una follia. È una scelta che non mi piace, anche se l’entusiasmo dei tifosi è praticamente coinvolgente. Io avrei preferito disputarla in Italia, sarebbe stata anche meno traumatica per la preparazione estiva di quei giorni. Sinceramente? Mi auguro che cambino idea e la facciano giocare in Italia”.
Un’ultima cosa: la vogliono tutti, anche i cinese, ma sa già dove allenerà il prossimo anno?
“No, non so ancora dove allenerò la prossima stagione. E non so neppure se tornerò”.
E un pensiero alla panchina del Napoli lo ha mai fatto?
“Buona giornata”.
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 20 Mar 2012 - 10:13