Non esiste solo il calcio, ma una miriade di altri sport.
Spesso tendiamo a dimenticarlo.
Lo sport non è solo business, ma anche una disciplina utile per impartire ai giovani un’educazione ancorata su principi giovevoli e costruttivi.
Anche se questa definizione sembra, ormai, essere obsoleta nell’ideologia comune e superata nella vita reale, c’è chi è pronto a puntare sullo sport, attribuendogli proprio questa accezione di senso, per consentire a ragazzi ribelli di ritrovare un equilibrio interiore ed emotivo, raddrizzandone aggressività, eccessi e sregolatezze.
Questo è il principio sul quale è improntato il nuovo reality show che andrà in onda, a partire da stasera, su Italia 1 alle ore 21.00 : “Fratello maggiore.”
Il programma, in altre nazioni, come Francia e Spagna, è trasmesso, con grande successo di pubblico, già da svariati anni.
L’autore della versione italiana è Umberto Alezio, uno dei “man at work” di un programma cult di Italia 1: “Le Iene”.
Il format di questo nuovo reality prevede che genitori, alle prese con adolescenti ribelli, vengano aiutati proprio da un campione dello sport, con grande esperienza nella relazione con gli stessi.
Il fratello maggiore, chiamato in causa da Mediaset è il campione di boxe, originario di Marcianise, Clemente Russo, anch’egli cresciuto in una realtà difficile, dalla quale, però, nel corso dei sui 29 anni, ha saputo ampiamente riscattarsi e discostarsi, avvalendosi proprio dello sport: Campione del mondo dilettanti a Chicago 2007 e vicecampione olimpico a Pechino 2008, vincitore di uno bronzo agli Europei Juniores del 1998, nonché di cinque titoli italiani, dei mondiali militari del 2004, della medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo di Almeria del 2005 e della medaglia d’argento alle Olimpiadi di Pechino.
Il 27 maggio 2011 vincendo la finale individuale del WSB per i pesi massimi e diventando Campione del Mondo Individuale ha ottenuto la qualificazione diretta ai giochi olimpici di Londra 2012.
Soprannominato “tatanka”: il bisonte, per lo stile che ne contraddistingue il modo di combattere, come preavvisa il tatuaggio scolpito sul suo fianco destro, raffigurante, appunto un bisonte, Clemente saprà di certo come “prendere per le corna” i suoi “fratelli minori”.
Il compito del pugile sarà, appunto, quello di “rieducare” questi ragazzi, attraverso la disciplina, il rigore dello sport e la dedizione al lavoro, cercando, così, di imprimere una svolta alle loro vite.
“Tatanka” sarà supportato e coadiuvato dalla psicologa Alessandra Cirulli, i due sottoporranno i ragazzi ad una serie di prove psico-attitudinali, finalizzate ad agevolarne il conseguimento del risultato auspicato.
Ciascuna puntata comprenderà due episodi che racconteranno due storie diverse, aventi due protagonisti differenti.
La prima sfida Clemente Russo la lancia agli spettatori: “E’ un programma originale, moderno, affascinante, rappresenta una novità assoluta per la televisione italiana. Sono sicuro che “Fratello maggiore” saprà far emozionare il pubblico.”
Ha dichiarato il pugile alla redazione di SpazioNapoli.
Indubbiamente, con la sua partecipazione a questo reality, il pugile contribuirà a conferire al pubblico un messaggio positivo e poco qualunquistico del mondo dello sport, seppur non avvalendosi delle sue eccelse doti atletiche, ma piuttosto facendo sfoggio delle sue qualità umane, ma senza inscenare demagogia, esattamente come è abituato a fare un “fratello maggiore”.
Ma come si diventa un “fratello maggiore”?
“Penso che esista un fratello maggiore in ognuno di noi. O meglio, in ogni persona animata da spirito di solidarietà e che ama guardare al prossimo con occhi benevoli ed altruisti.”
E’ inevitabile che il pensiero voli verso i “fratelli minori” che popolano le strade partenopee: “Nel mio piccolo, sono già diversi anni che mi adopero per avvicinare i ragazzi allo sport – afferma Clemente – affinché, attraverso la passione per questa disciplina, si allontanino dalle realtà critiche che, purtroppo, figurano nella nostra città. A questi ragazzi auguro di comprendere quali sono i valori sani sui quali è giusto costruire la loro vita e, così, salvarsi da quelle tentazioni, nelle quali ci si può imbattere tra i vicoli della città e che possono essere fonte di perdizione.”
Luciana Esposito
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