ROMA – La finale di Coppa Italia sarà Napoli-Juve. Gli azzurri hanno battuto 2-0 il Siena nella semifinale di ritorno (andata 1-2) e si sono guadagnati l’accesso alla sfida del 20 maggio a Roma. Ancora una volta il trascinatore è stato Cavani, che è entrato nell’azione del vantaggio propiziando l’autorete di Vergassola e ha poi segnato di testa il raddoppio che ha chiuso la serata.
CHE SFIDA – Allo Stadio Olimpico le squadre di Mazzarri e Conte si giocheranno un trofeo dal sapore particolare, perché entrambe non lo vincono da tanti anni: gli azzurri dal 1987 (battuta in finale l’Atalanta), i bianconeri dal 1995 (superato il Parma). Tutte e due le squadre hanno perso le ultime due finali disputate (il Napoli nel 1997 con il Vicenza e nel 1989 con la Samp, la Juve nel 2004 con la Lazio e nel 2002 con il Parma). Per il Napoli potrebbe essere l’occasione di riaprire la bacheca dei trofei che è rimasta chiusa dal settembre del 1990 (Supercoppa Italiana vinta al San Paolo 5-1 proprio contro i bianconeri con le doppiette di Careca e Silenzi e con un gol di Crippa, inutile la rete di Roberto Baggio), per la Juve la chance di giocare per il decimo trofeo, quello che potrebbe significare la stella d’argento.
CAVANI SCATENATO – Davanti ai 60mila del San Paolo, che raccogliendo l’invito di Mazzarri hanno sostenuto la squadra dal primo all’ultimo minuto, il Napoli ha messo al sicuro la qualificazione in poco meno di mezz’ora. Cavani è stato una spina nel fianco per la difesa di Sannino, che ha scelto un assetto molto guardingo con una sola punta: il Matador prima ha fallito da buona posizione, poi – provando un colpo di tacco – ha causato l’autogol di Vergassola dopo solo dieci minuti. L’uruguaiano, dopo una girata di sinistro salvata da Brkic, ha poi trovato il raddoppio di testa al termine di una fulminea ripartenza orchestrata da Lavezzi e rifinita da Hamsik. Attenti in difesa (da applausi una chiusura di Campagnaro su Mannini), gli azzurri hanno sfiorato anche il tris con una bordata di Inler dal limite. A macchiare la serata partenopea il cartellino giallo ricevuto da Gargano (era diffidato, salterà la finale) e l’infortunio muscolare di Maggio, costretto a lasciare il campo a Dossena.
PER LA STORIA – Ha amministrato, forse soffrendo un po’ troppo, nel secondo tempo il Napoli il doppio vantaggio, contro un Siena che le ha provate tutte per trovare il gol della speranza. Sannino ha provato a cambiare le carte in tavola con Bogdani, Sestu e Gonzalez al posto di Belmonte, Mannini e Larrondo, ordinando ai suoi di osare giocandosi il tutto per tutto. De Sanctis non ha mai rischiato più di tanto, ma è stato a lungo in apprensione per le iniziative di Brienza e compagni. In contropiede il Napoli (con Dzemaili e Pandev in campo nel finale) ha avuto le chance per arrotondare il punteggio, ma le ha sprecate ingenuamente con Lavezzi e Hamsik. Alla fine, comunque, Mazzarri può gioire: il Napoli è in finale con la Juve. Il 20 maggio all’Olimpico contro la Juve potrà essere una serata storica.
fonte: Corriere dello Sport