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Tony Iavarone, caporedattore delle pagine sportive de Il Mattino, fa il punto dopo la vittoria di ieri sera contro il Siena che ha permesso al Napoli di giocarsi la finale di Coppa Italia contro la Juve il 20 maggio allo Stadio Olimpico di Roma.

C’è già un’incisione sulla prossima Coppa Italia, l’autore è Cavani, ma è un trionfo su cui il segno principale è di Walter Mazzarri, che, cambiando la testa e i cuori di un intero ambiente, ha reso possibile il traguardo.
Una cappa di apprensione grava sullo stadio già quando l’arbitro fischia l’inizio: pesa ancora la cocente delusione di Champions. Il Napoli parte bene con una manovra fatta di tecnica, velocità ed anche gusto della sofferenza, quando il Siena tenta l’affondo. Ma tant’è, il vero match è iniziato e finito in mezz’ora o poco più. Il merito va largamente ascritto all’inesauribile Edinson, sempre fedele a se stesso, trascinato da quello spirito in più che fa la vera differenza di una squadra di robusti valori agonistici. Cavani ed i suoi troveranno una Juve, anch’essa ricca di tecnica e di passioni, non l’avversario più scomodo, quasi certamente il più forte. Però questo Napoli denota una fisionomia diversa, concreta, umile, lineare, completa, pronta. O forse a farla apparire tale è la fame di obiettivi da raggiungere in questo finale di stagione, ora che l’atmosfera costituisce di per sé uno stimolo. Non basta essere grandi calciatori per mantenere un profilo alto. Bisogna avere dentro un muro di gomma che ti rimanda sempre avanti anche quando sembra arrivino solo delusioni. E in fondo al carattere, alla voglia di non lasciare nulla di intentato, il Napoli spesso ha trovato se stesso e il risultato nella quotidianità del campionato e della stagione. Il Siena solo nel finale è entrato nel match, complice il calo degli azzurri. Per il resto è stato intimidito dal compito fin dall’inizio. Ha capito che avrebbe dovuto ribaltare il fronte dinanzi a chi faceva la partita. Sarebbe servito lo stesso catenaccio intelligente dell’andata, ma non avrebbe potuto ricorrervi facilmente nello stadio più passionale del mondo. Sicché la compagine toscana, non appena s’è affacciata dall’altra parte, ha subito due contropiedi classici impostati e chiusi dal duo Hamsik-Cavani. È stato un trionfo lineare, quasi ovvio, pressoché banale. Veniva da chiedersi come s’era potuto dubitare della qualificazione. Il Siena è rimasto annichilito in mezzo al palleggio veloce: tre passaggi e via. È straordinario come il Napoli riesca a usare i limiti degli avversari per esaltare i propri. Questa è in fondo la lezione.

Fonte: Il Mattino

Articolo modificato 22 Mar 2012 - 09:39

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Scritto da
redazione