Da quel momento in avanti, dal palo dello stesso Pandev, il Napoli ha chiuso le trasmissioni, credendo di aver già in cassaforte i tre punti ma non facendo i conti con il Catania, capace di rialzarsi dal doppio svantaggio, reagendo con il loro personalissimo uno-due, firmato Spolli-Lanzafame: due reti prese da calcio d’angolo che, si sapeva, era uno dei punti di forza degli etnei.
Un pareggio che lascia l’amaro in bocca perchè per l’ennesima volta il Napoli, più dell’avversario di turno, è la causa primaria dei suoi mali. Siamo quasi alla fine di Marzo, e commentare Napoli v Catania è come commentare una qualsiasi partita del Napoli di quest’anno. Sono davvero poche le prestazioni scevre dei soliti madornali errori, e questa non è l’eccezione che conferma la regola. I gol presi portano lo stesso marchio di fabbrica: disattenzione, ingenuità, deconcentrazione, tre parole che già da tempo sarebbero dovute scomparire dal vocabolario della squadra azzurra, ma che invece sembra siano state memorizzate sui propri iPhone.
La difesa, naturalmente è nell’occhio del ciclone, e non potrebbe essere altrimenti. Sembrava che tutto potesse filare liscio come l’olio quando anche la buona sorte ha dato le spalle al Napoli, cioè quando Fernandez si è infortunato ed è stato sostituito da Cannavaro. Strano a dirlo, ma l’argentino è stato il migliore del reparto: autorevole, deciso e reattivo contro il suo connazionale, Bergessio, a cui ha lasciato le briciole. Con Cannavaro in campo, il reparto si è gradualmente sgretolato sotto i colpi di Spolli prima e di Lanzafame, due reti prese su due marcature saltate, rispettivamente da Campagnaro e Zuniga.
Il Napoli, si sa, è una squadra che riesce a dare il massimo quando tutti i suoi elementi girano al 100%. Se solo un paio di loro non riescono ad apportare il massimo contributo, sorgono i problemi che invece sono moltiplicati al massimo esponente quando i componenti che attraversano uno stato di forma mediocre sono almeno in sei-sette. Campagnaro e Cannavaro a parte, anche Dossena e Zuniga sono stati insufficienti, ieri come in altre circostanze, Gargano è a corto di fiato già da qualche tempo, ma la mancanza di alternative nel reparto lo costringono agli straordinari, mentre in attacco Lavezzi, dopo lo sfavillante periodo di forma pre Chelsea-Napoli, ha smarrito la sua buona vena a Stamford Bridge. Considerato lo stop di Maggio, sono quindi almeno sette elementi, titolari a pieno titolo, che non stanno rendendo a dovere, ed è un lusso che il Napoli non si può permettere.
Va dato, comunque, merito all’avversario, il Catania di Montella sarà un avversario difficile per tutti, adesso che, a salvezza ormai acquisita, giocheranno in maniera più sciolta avendo ben poco da perdere. Anche al San Paolo, gli etnei hanno mostrato una organizzazione di gioco più che buona, mettendo in difficoltà il Napoli, almeno fino all’ingresso in campo di Pandev. Il pareggio raggiunto dopo il doppio vantaggio, poi, è indice di carattere e personalità, armi che da adesso in avanti il Napoli deve fare sue e non subirle, soprattutto in vista della doppia trasferta, Juventus e Lazio, assolutamente decisiva per le sorti di Mazzarri ed i suoi ragazzi.
Guardiamo il bicchiere mezzo pieno: sciagure difensive a parte, rimane la bella prova di Fernandez, il gran gol di Dzemaili e la prestazione di Pandev oltre al fatto che, dando uno sguardo alla classifica, Lazio a parte, le distanze sono rimaste invariate: l’Udinese ha pareggiato a Palermo mentre la Roma ha perso a Milano. Certo, se la Lazio non avesse vinto ad un tiro di schioppo dalla fine, ed il napoli avesse retto fino al fischio finale, si parlerebbe dell’avvenuto sorpasso. Niente di tutto ciò, ma il tempo non manca ed i punti a disposizione, per agganciare i capitolini guidati da Reja, sono tanti ma a patto di non rivedere più le disattenzioni difensive che stanno costando fin troppi punti. La speranza non muore mai, e con essa la nostra fede. Avanti ragazzi, a Torino per vincere!
Articolo modificato 26 Mar 2012 - 09:47