Troppi errori in difesa: Mazzarri cerca una soluzione

Correre ai ripari subito. Fin da domani, giorno della ripresa della preparazione. I due gol del Catania da calcio d’angolo s’aggiungono alla serie nera tra campionato e Champions League, bei sei le reti prese direttamente da palla inattiva. Più o meno sempre lo stesso tipo di errore, eppure proprio nella rifinitura di sabato Mazzarri aveva fatto provare con particolare attenzione questo aspetto, le situazioni difensive da calci d’angolo e punizioni. Una situazione che il tecnico prova sempre il giorno prima della partita e che ha fatto in maniera ancora più scrupolosa la scorsa settimana in considerazione della forza del Catania proprio nel gioco di testa. Sei le reti presi direttamente da calcio d’angolo dal Napoli, a queste si aggiungono le numerose prese di testa con palla in movimento, ad esempio la rete di Drogba per l’1-0 del Chelsea. Troppe reti prese allo stesso modo, errori che fanno fatto infuriare Mazzarri anche perchè le sue raccomandazioni sono state numerose.
Correre ai ripari subito. Come? Il Napoli sui calci piazzati marca ad uomo, è da prendere seriamente in considerazione il fatto che ora si cominci a marcare a zona. Un’idea che potrebbe diventare realtà. La scelta di marcare ad uomo è stata presa perchè nel Napoli non ci sono grandissimi saltatori a livello di centimetri e di stacco aereo e anche perchè in teoria dovrebbe essere più semplice per il difensore chiamato a stare incollato all’avversario e colpire il pallone. Vengono stabiliti in anticipo gli uomini da prendere e quindi ognuno sa cosa fare, cioè prendere chi gli è stato assegnato. Quando sui calci d’angolo salgono in cinque avversari, scattano le cinque marcature prestabilite, gli unici due a marcare a zona, cioè a guardare la palla, sono Cavani sul primo palo e Hamsik sul palo lungo. Il pericolo è rappresentato dai blocchi degli avversari che ti possono far perdere l’uomo. I gol il Napoli li ha presi perchè il difensore ha perso l’avversario, più che per la trappola dei blocchi, per un fatto di concentrazione, l’esempio più lampante è la distrazione di Campagnaro su Spolli.
La marcatura a zona parte da un presupposto diverso, ognuno deve posizionarsi in un punto preciso dell’area di rigore e coprire la traiettoria e quando arriva la palla s’interviene anticipando l’avversario e c’è la reciprocità della marcatura, cioè in due o tre tengono d’occhio la stezza zona. Mazzarri nel dopopartita con il Catania ha parlato in tv di aver provato nel corso della stagione «il castello», cioè la marcatura a zona. Però fin qui si è preferito non cambiare. Ma la ripetitività degli errori potrebbe indurre il tecnico a modificare il sistema fin dalla prossima partita con la Juve. Sicuramente a cominciare dall’allenamento di domani si ragionerà su questa possibilità, se ne parlerà e verranno fatte le prime prove di campo.
Gli altri meccanismi difensivi scattano in automatico, salvo eccezioni, l’attenzione su calci d’angolo, punizioni, e cross invece viene troppo spesso meno. «Sicuramente le palle alte non sono il nostro forte, abbiamo provato a prendere delle contromisure», ha commentato il tecnico toscano nel dopo partita. Contromisure che non hanno portato vantaggi, ecco perchè adesso si dovrebbe optare per la marcatura a zona, per il «castello» come definito da Mazzarri. Il castello prevede tre linee di copertura: la prima più bassa con cinque uomini (il primo più o meno a due metri dal primo palo e gli altri quattro all’altezza dell’area piccola sistemati uno dietro l’altro fino al secondo palo), altri tre si piazzano in corrispondenza del dischetto del rigore e gli ultimi due più alti all’altezza dell’area grande (il primo deve stare attento allo scambio sul primo palo e il secondo al cross mordibo per il tiro al volo da fuori). La linea difensiva si alza o si abbassa se alla battuta dall’angolo vanno i destri o i mancini, cioè se la traiettoria è ad entrare o ad uscire.

fonte: Il Mattino

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