Correre ai ripari subito. Come? Il Napoli sui calci piazzati marca ad uomo, è da prendere seriamente in considerazione il fatto che ora si cominci a marcare a zona. Un’idea che potrebbe diventare realtà. La scelta di marcare ad uomo è stata presa perchè nel Napoli non ci sono grandissimi saltatori a livello di centimetri e di stacco aereo e anche perchè in teoria dovrebbe essere più semplice per il difensore chiamato a stare incollato all’avversario e colpire il pallone. Vengono stabiliti in anticipo gli uomini da prendere e quindi ognuno sa cosa fare, cioè prendere chi gli è stato assegnato. Quando sui calci d’angolo salgono in cinque avversari, scattano le cinque marcature prestabilite, gli unici due a marcare a zona, cioè a guardare la palla, sono Cavani sul primo palo e Hamsik sul palo lungo. Il pericolo è rappresentato dai blocchi degli avversari che ti possono far perdere l’uomo. I gol il Napoli li ha presi perchè il difensore ha perso l’avversario, più che per la trappola dei blocchi, per un fatto di concentrazione, l’esempio più lampante è la distrazione di Campagnaro su Spolli.
La marcatura a zona parte da un presupposto diverso, ognuno deve posizionarsi in un punto preciso dell’area di rigore e coprire la traiettoria e quando arriva la palla s’interviene anticipando l’avversario e c’è la reciprocità della marcatura, cioè in due o tre tengono d’occhio la stezza zona. Mazzarri nel dopopartita con il Catania ha parlato in tv di aver provato nel corso della stagione «il castello», cioè la marcatura a zona. Però fin qui si è preferito non cambiare. Ma la ripetitività degli errori potrebbe indurre il tecnico a modificare il sistema fin dalla prossima partita con la Juve. Sicuramente a cominciare dall’allenamento di domani si ragionerà su questa possibilità, se ne parlerà e verranno fatte le prime prove di campo.
Gli altri meccanismi difensivi scattano in automatico, salvo eccezioni, l’attenzione su calci d’angolo, punizioni, e cross invece viene troppo spesso meno. «Sicuramente le palle alte non sono il nostro forte, abbiamo provato a prendere delle contromisure», ha commentato il tecnico toscano nel dopo partita. Contromisure che non hanno portato vantaggi, ecco perchè adesso si dovrebbe optare per la marcatura a zona, per il «castello» come definito da Mazzarri. Il castello prevede tre linee di copertura: la prima più bassa con cinque uomini (il primo più o meno a due metri dal primo palo e gli altri quattro all’altezza dell’area piccola sistemati uno dietro l’altro fino al secondo palo), altri tre si piazzano in corrispondenza del dischetto del rigore e gli ultimi due più alti all’altezza dell’area grande (il primo deve stare attento allo scambio sul primo palo e il secondo al cross mordibo per il tiro al volo da fuori). La linea difensiva si alza o si abbassa se alla battuta dall’angolo vanno i destri o i mancini, cioè se la traiettoria è ad entrare o ad uscire.
fonte: Il Mattino