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Non verrà. Come previsto, come anticipato, Maradona non sarà a Napoli per l’udienza davanti alla Commissione tributaria provinciale fissata per il 5 aprile. Ma non è uno sgarbo al fisco, quello di Diego Maradona. Anzi, tutt’altro. E’ che Lui ha voglia e sta provando a trovare un accordo con l’Agenzia delle Entrate, ma per riuscirci ha bisogno ancora di un po’ di tempo. Impossibile? Nient’affatto. Norme permettendo, infatti, l’Agenzia delle Entrate, se si vogliono interpretare in questo senso le parole del suo direttore Attilio Befera, sembra disposta a spalancargli la porta per una conciliazione. Cosa che, raccontata dalla parte dello Stato, non vuol dire non pagare nulla, bensì pagare meno, ma pagare.

Rinvio – Ecco perché Maradona ha invitato il suo legale, Angelo Pisani, a chiedere un rinvio alla Commissione il 5 aprile. Certo, c’è il rischio che i giudici tributari respingano questa sua richiesta, ma è un rischio minimo di fronte alla possibilità di un’intesa “evasore”-fisco. La Commissione, insomma, non potrebbe non tenerne conto. E, comunque, a questo punto non sembrano esserci troppe alternative. Dunque (pur se l’imprevedibilità di Maradona suggerisce di non escludere mai un suo ripensamento all’ultimo secondo), così ha deciso Diego. Pensandoci un po’ su e anche dopo un lungo consulto telefonico e notturno con la sua ex moglie, Claudia Villafane. Venire a Napoli adesso? Per dire cosa ai giudici: che non è un evasore? Certo. Per raccontare la sua storia e far capire a tutti che è solo vittima di un milionario pasticciaccio nato e cresciuto a dismisura non per colpa sua?Va bene. Per rammentare alla Commissione tributaria che l’avvocato Enzo Siniscalchi già nel ’94 lo difese penalmente con successo da ogni accusa? Ma pure questo è noto. Cosicché, tra la strada delle scuse da parte del fisco, ovvero dell’annullamento di quel preteso credito da parte dei giudici tributari, e la più concreta possibilità di un concordato con lo Stato, Maradona saggiamente sembra aver scelto la seconda.

Scenario – Ed è qui che s’apre uno scenario nuovo. Che pone immediatamente due interrogativi. Il primo: su quale cifra Maradona e il fisco potrebbero trovare un eventuale accordo? E l’altro: chi metterebbe a disposizione dell’ex campione questa somma, visto che Lui non ha tanta voglia di mettere personalmente mano al portafoglio?  Bene. L’esperienza e qualche spiffero indicano che un eventuale accordo potrebbe portare al taglio di more ed interessi e bloccare la cifra dovuta – o richiesta – al solo capitale. Detto in soldoni: non più quaranta ma, euro più euro meno, tra i sette e gli otto milioni. Già, ma dove trovarli, come metterli assieme tutti questi soldi? Elementare quando c’è di mezzo Maradona: grazie ad uno o più sponsor. E’ vero, la cifra, di questi tempi soprattutto, non è di poco conto, ma qualcosa si sta muovendo già. E Diego, è ovvio, prima di discutere col fisco vuol essere certo d’avere a disposizione tutti quei danari. Danari che per chi li sborserà saranno anche di più: il 40 per cento in più. Perché su quei sette-otto milioni eventualmente dati da uno o più sponsor a Maradona, ci mancherebbe pure, dovrebbero essere pagate anche le tasse. Cosicché il costo complessivo dell’operazione finirebbe per oscillare intorno agli undici-dodici milioni. Ipotesi. E, comunque, un’impresa niente affatto semplice. Con Maradona che, ovviamente, per un bel po’ di anni dovrebbe diventare immagine di questo o di quel marchio praticamente senza incassare nulla.Tranne, si capisce, che il sorriso e la stretta di mano del nostro caro fisco.

Fonte: Corriere dello Sport

Articolo modificato 31 Mar 2012 - 12:30

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Scritto da
redazione
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