Sabato mattina un inconveniente che non è andato giù ai tifosi partenopei che dalle prime luci del mattino aspettavano con ansia gli eroi azzurri. Abbiamo sentito Pietro Mitrione, Presidente del Napoli Club Cambiano (Torino) e membro attivissimo del Coordinamento Nazionale Napoli Club d’Italia.
Pietro, abbiamo saputo di qualche inconveniente cui siete andati incontro a Torino sabato mattina. Cosa è successo davvero? “Erano le 7 di sabato mattina. Bisognava fare in fretta perché come Club avevamo deciso di andare al Parco Ruffini per cercare di vedere i calciatori in occasione della sgambatura mattutina. Preso lo striscione e qualche bandierina per i bambini ci siamo avviati. Eravamo veramente in tanti del Club ma la cosa bellissima è che c’erano tante donne e bambini, tutti rigorosamente in tenuta azzurra. C’era anche la mia nipotina Francesca, di 2 anni e mezzo, che altro non aspettava che vedere il suo Napoli. La prima delusione è stata durante il passaggio del pullman azzurro fra due ali di folla. Neanche un saluto. Dopo circa mezz’ora ci veniva comunicato che la seduta si sarebbe svolta a porte chiuse per decisione di Mazzarri. Nell’ incertezza e decisamente contrariati abbiamo deciso di andare via, anche perché i bambini, dopo 2 ore al sole, iniziavano ad essere insofferenti. Abbiamo poi saputo che attraverso le grate qualcuno è riuscito ad avere qualche autografo e un saluto. Ricordo che in una occasione analoga l’indimenticabile Capitan Montervino e il Vice Presidente De Laurentiis si adoperarono affinché il Napoli potesse incontrare i suoi sostenitori liberamente, non attraverso una grata”.
Quanto credi che conti in una squadra come il Napoli sentire il calore della gente? Insomma spesso si dice che intorno ai nostri eroi ci siano troppe pressioni. Non credi che forse Mazzarri voglia solo tutelare la squadra? “Evidentemente il Mister vuole il calore dei tifosi solo sugli spalti per sostenere la squadra. Il nostro supporto al Napoli non è mai mancato e mai faremo mancare il nostro calore ma meritiamo rispetto in tutte le occasioni”.
Tempo fa De Laurentiis sostenne di voler ascoltare i consigli dei tifosi. Te la senti di dare qualche consiglio al Presidente? “Più che un consiglio è un appello il mio. Io vorrei che fossimo trattati né più né meno che come tifosi normali che possano acquistare un biglietto nella più totale tranquillità, con civiltà, senza dover aspettare intere notti in coda fuori ai botteghini. Vorrei che il Presidente riconoscesse i tanti Napoli Club che svolgono una grande azione per l’affermazione della napoletanità, quella vera”.
Un’ultima domanda. Stamattina, a Torino, cosa significava essere napoletano? “Significava, come sempre, essere fiero di una città, di una cultura e di un grande popolo. Significava anche essere tifoso di una squadra che dopo tanto tempo ha perso una partita con la Juventus”.
Alleghiamo qualche scatto della mattinata. Le grate, purtroppo, la fanno da padrone.