Hamsik non crede al terzo posto e dice “addio” alla Champions

Cresta bassa, questa volta. Segnali di resa, certamente figli dello sconforto, e il saluto alla Champions: “Zbohom”. Si traduce così, in slovacco, la parola “Addio”. Marek Hamsik non la pronuncia, anzi non la diffonde sul web, però il concetto del giorno dopo l’Atalanta è proprio questo. “Niente Champions, che delusione”. Un arrivederci, magari, forse è meglio così. E anche se la speranza è l’ultima ad abbandonare uomini e squadre di calcio, e l’aritmetica non ha ancora emesso sentenze definitive, il giovane dell’Est è all’angolo frastornato. Come un pugile in difficoltà. Il cuore dell’uomo di ghiaccio s’è squagliato al sole: cedimento momentaneo, si spera, anche perché il 20 maggio c’è la finale di Coppa Italia. E il campionato non è certo finito mercoledì.

L’ANALISI – E allora, la frase lasciata in eredità da Hamsik. Le poche frasi, per la precisione. Un messaggio che non lascia spazio a dubbi e incertezze tecniche: “Con l’Atalanta non meritavamo la vittoria: è stata una brutta prestazione”. E anche psicologiche: “Siamo delusi”. Con una conclusione amara come mai: “Non giocheremo la prossima Champions League”. Morale sotto tacchi e tacchetti. Un commento a semi-freddo, nel senso che Marek lo ha scritto (o fatto scrivere) ieri. La data è certa.

LA NOVITA’ – Che Hamsik sia a terra ci sta, inutile negarlo, però è importante reagire: nel processo di crescita invocato da Mazzarri sin dal primo giorno della sua esperienza azzurra, è fondamentale metabolizzare le batoste e districarsi a testa alta anche nei momenti peggiori. Perché peggiore di questa parentesi, a onore del vero, non c’è mai stato altro nell’era del Napoli del tecnico toscano. No. Una novità amara dopo una serie lunga così di vittorie, successi, scalate straordinarie e primati macinati a suon di fanfare. Capita a tutti, anche ai migliori, trovarsi però di fronte alle difficoltà: l’importante è non rassegnarsi. Fino all’ultimo istante utile possibile.

CHE STANCHEZZA – L’allenatore lo ha avrà ripetuto e ribadito senza sosta, è nelle sue corde, e la squadra dovrà presto dare un segnale importante. Come Hamsik. Che sta di certo attraversando un periodo negativo, a prescindere dalla posizione: maluccio da trequartista, a sprazzi da centrocampista. Morale basso e acido lattico: sembra proprio che abbia ribadito spesso di sentirsi scarico fisicamente, Marek. E i risultato sono piuttosto evidenti: possibile, probabile che domenica a Lecce possa tirare il fiato.

L’OBIETTIVO – E allora, non resta che cominciare la lunga maratona verso il 20 maggio: la missione sarà ritrovare smalto e brillantezza. Freschezza ed entusiasmo: i momenti difficili vanno affrontati e superati. A cresta alta. Quella stessa che ha reso Hamsik un giocatore speciale. Tre sconfitte consecutive non possono cancellare anni di storie belle. L’obiettivo è già fissato: la Juve è nel mirino.

Fonte: Corriere dello Sport

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