“Sta dimostrando di non essere un fuoriclasse”…”E’ il meno pregiato dei tre tenori”…”Il suo campionato finora è stato fallimentare.”
Quelle appena riportate, sono solo alcune, tra le più sentenziose ed aspre critiche, con le quali, negli ultimi mesi, in particolare, lo slovacco azzurro, Marek Hamsik, ha dovuto rapportarsi.
Lo ha sempre fatto alla sua maniera: in silenzio e a cresta alta.
Taciturno Marek, glaciale per molti, o meglio, per coloro che si dimostrano analfabeti incapaci di leggere nell’umiltà della sua determinazione, la sua stessa voglia di riscatto.
Marek è un saggio e navigato uomo, imprigionato nel corpo di un ragazzo prossimo a compiere 25 anni.
Marek è un professionista umile e serio che lavora a Napoli e per il Napoli.
Marek è il primo ad arrivare agli allenamenti ed è l’ultimo ad andare via. E quando termina gli allenamenti, ritorna a casa, dove ad attenderlo trova Martina, la sua compagna e i suoi due figli: Christian e Lucas.
Marek va matto per la pasta con il formaggio di pecora, accompagna il cibo con la coca-cola e, talvolta, solo quando è in vacanza, si concede una buona birra.
Marek è un cultore del rap slovacco: melodie acustiche accompagnate da parole incomprensibili per le nostre orecchie.
Marek ama lo sport: quando non gioca a calcio, si dedica al basket, al golf, al tennis. Tutto fa brodo per lo slovacco. Purché ci sia di mezzo una palla.
Marek è un ragazzo come tanti, munito di un raro e pregiato talento.
Marek ama Napoli.
Lo ha dimostrato sviscerando nero su bianco la sua volontà di vestire la maglia azzurra fino a giugno del 2016.
Lo ha espresso con le parole, tradendo quel timido silenzio che contraddistingue la sua persona,attraverso la breve ma significativa dichiarazione riportata sul suo sito ufficiale: “il mio rapporto con Napoli e con il Napoli è fortissimo, sono felice di continuare a dare il mio contributo a questo progetto. E sono orgoglioso di continuare ad indossare questa maglia ancora per molti anni.”
Luciana Esposito
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