Chi parte, chi resta, chi, forse, andrà via, chi, sicuramente, non lo farà.
Questa è la segnaletica che affolla il centro sportivo di Castelvolturno, durante questi ultimi giorni che ancora ci separano dalla fine del Campionato targato 2011/2012.
La corsia che indica la strada da perseguire per conseguire la permanenza a Napoli, è stata imboccata, senza dubbio, da Marek Hamsik.
Seppur , sovente, assediato da un’incalzante pioggia di polemiche e critiche che, nel corso di questa stagione, gli sono state prontamente ed immancabilmente mosse da buona parte della stampa e da una fetta di tifosi, Marek sceglie Napoli, ancora.
Ha ribadito anche oggi, per l’ennesima volta, la sua voglia d’ azzurro, attraverso le pagine del quotidiano britannico The Sun : “Il mio desiderio è quello di restare e vincere con la maglia del Napoli”.
Dichiarazione che si accoda alle molteplici altre, susseguitesi negli ultimi tempi, attraverso le quali, Marek ha sempre ben scandito il suo gradimento per la città e per la vita che conduce all’ombra del Vesuvio, unitamente al più volte professato desiderio di vincere con e per il Napoli.
Il suo procuratore, nei giorni scorsi, ha perfino prospettato la probabilità di vedere, il numero 17 azzurro, vestire i gradi di capitano del Napoli, nell’arco del prossimo Campionato.
Sono trascorsi, ormai, 6 anni, dall’arrivo a Napoli di un Marek, all’epoca fresco 19enne, privo della gran parte dei tatuaggi che, pian piano, sono spuntati sul suo corpo.
Capelli corti, a spazzola, ancora non plasmati dal gel e, solo Dio e Marek sanno da chissà cos’altro, per incarnare quella cresta che lo ha reso famoso, oltre che per il talento espresso in campo anche per il suo look: bizzarro, eclettico, difficile da comprendere, per alcuni, estremamente originale per altri.
Marek è così, è sempre stato così.
Non riesce a mettere d’accordo tutti.
Marek o si apprezza o si disprezza.
Davanti alle sue giocate o si applaude o si sbuffa.
Al cospetto di quel ciuffo e dei suoi occhialoni neri o si sorride o si storce il naso.
In un momento storico in cui, le cosiddette “bandiere del Napoli” sembrano aver voglia di ammainarsi per sventolare in altri porti, dopo essere state tinte con altri colori, l’attaccamento dimostrato da Hamsik, attraverso numerose, semplici, ma essenziali dichiarazioni, che, tuttavia, non rimangono parole sterili, ma si laureano come “parole vive”, poiché trovano ampiamente riscontro nella realtà, attraverso dati di fatto inattaccabili ed inconfutabili, devono candidarsi a fungere da elemento di conciliazione tra critici ed estimatori.
Sotto quest’aspetto, lo slovacco può e deve mettere d’accordo tutti: l’attaccamento al Napoli e a Napoli di Marek no, non può e non deve essere criticato, ma sottolineato ed elogiato.
Luciana Esposito
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