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Ljajic: “Vi racconto la mia verità. Ecco cosa ho detto a Delio Rossi…”

In una bella intervista rilasciata al Corriere della Sera, il giocatore serbo della Fiorentina Adem Ljajić torna sull’aggressione subita dall’ex tecnico della Fiorentina Delio Rossi e racconta la sua verità: «Mister Delio Rossi racconta di quando allenava squadre di figli di operai, che si scaldavano negli spogliatoi con il phon. Ma nella mia città, Novi Pazar, gli spogliatoi non c’erano nemmeno. Portavi maglia e pantaloncini in un sacchetto di plastica e ti cambiavi all’aperto, quando fuori, magari, c’era 15 sottozero. Alla fine, rimettevi tutto nel sacchetto e tornavi a casa a farti la doccia. Lo so anch’io cosa vuol dire povertà e non ho mai avuto la puzza sotto il naso. La cosa che mi costa di più, adesso che sono in punizione, non è la multa, ma non potermi allenare con i compagni. Ho sbagliato e mi scuso con i tifosi della Fiorentina, con i dirigenti e con i compagni. È stato un gesto di cui mi pento, però speravo con tutto il cuore in un risultato che ci togliesse di dosso la paura della retrocessione. Uscire dopo pochi minuti, senza poter fare più niente per la tua squadra, è la cosa peggiore che possa capitare a un giocatore».

Delio Rossi dice di aver ricevuto insulti in serbo contro la sua famiglia e che la lingua può ferire più dei pugni…
«Quando sono uscito ho applaudito, ho fatto il gesto con il pollice e ho detto in italiano: sei un grande, sei proprio bravo! Ripeto, ho sbagliato. Ma mai pensavo a una reazione del genere. Chiedo a Sky di mostrare il filmato, leggete pure il mio labiale: sono pronto a qualsiasi prova tv. Hanno messo in giro la voce che io abbia insultato la madre morta, che abbia parlato di un figlio handicappato e invece non è vero. Se si vede che dico cose simili, sono pronto a lasciare il calcio per sempre. È solo dopo che Delio Rossi ha cercato più volte di colpirmi, mentre mi diceva “sei uno stronzo, ti ammazzo”, che io gli ho risposto in serbo e di sicuro non erano complimenti. Non ho reagito all’attacco e ne sono orgoglioso».

E i compagni in panchina?

«Mi dicevano: ritorna in spogliatoio. Io, invece, mi sono fermato in panchina perché volevo aiutare i
miei compagni facendo quello che potevo, il tifo per loro».

E nell’intervallo?

«Stavo spiegando cosa era successo a qualche compagno di squadra, poi è entrato il mister. Ha buttato per terra la lavagna e ha ripreso a insultarmi. Io ho risposto, Nastasic e De Silvestri mi hanno calmato. Li ringrazio. E ringrazio Gamberini, il capitano, che dopo la vittoria a Lecce ha avuto belle parole per me».

Behrami, ieri, ha detto: Delio Rossi non ha raccontato tutta la verità su Ljajic. Perché, allora, l’hanno attaccata in tanti?

«Mi hanno attaccato tanti allenatori, non tanti calciatori, non sono un ragazzino viziato che pensa solo ai soldi e alle macchine. Novi Pazar è vicina al Kosovo. Quando ero bambino, a casa mia, volavano le bombe. Non posso aver paura dei fischi».

fonte: http://www.fcinter1908.it

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Scritto da
Antonio Manzo