Decisamente un bel passo indietro rispetto alla scorsa stagione, quando si è rivelato uno degli azzurri del rendimento più elevato e costante. Quest’anno la sua stagione è cominciata malissimo, dal punto di vista personale, col tragico incidente accaduto in Argentina, quando alla guida del suo Suv, ha provocato anche dei morti.
Sportivamente parlando, l’argentino stava dipsutando un buonissimo inizio di stagione, tenendo alto lo standard qualitativo delle sue prestazioni e segnando anche due reti, contro Cesena ed Inter, di una certa rilevanza, poi il black-out.
Mesi interi di involuzione tecnico-tattica paurosa. Mai visto Campagnaro commettere errori tanto marchiani e banali eppure così è successo, ed il Napoli ha pagato dazio proprio a causa di errori e buchi difensivi che si materializzavano dalle sue parti.
Un sisma continuo che però non interferiva con le scelte di Mazzarri che lo ha sempre mantenuto stabilmente al rango di “titolarissimo” , scelta avallata anche dalla mancanza di alternative adeguate. L’unica scelta degna di tal nome, Grava, non è mai stato disponibile mentre Fernandez non è adattabile nel ruolo di centro-destro.
Poi l’infortunio che rischiava di tenerlo fuori anche dalla finale di Tim Cup a cui, per fortuna, ha preso parte e giocandola come il vero Campagnaro ci ha abituato. Una partita tosta e gagliarda, sicuramente la migliore di questa stagione non brillantissima ma dove, paradossalmente, l’italo-argentino ha ottenuto anche la convocazione nella selecion “albi-celeste”. Una bella soddisfazione per un giocatore non più giovanissimo come lui.
La speranza è che il prossimo anno possa essere migliore, per lui stesso e per il Napoli. Una grandissima stagione per gli azzurri passa prevalentemente attraverso l’ottimo rendimento della difesa che, per essere tale, deve giocoforza prescindere dalle sue prestazioni.