Come riporta il quotidiano Le Parisien:“A partire da metà giugno, salvo imprevisti ‘last minute’, Ezequiel Lavezzi, attaccante del Napoli, sarà il nuovo rinforzo del PSG. Sebbene il suo nome risulti meno altisonante di quello di altri connazionali, il Pocho è comunque un bel ‘fenomeno’, sia per le sue qualità calcistiche che per il suo spiccato carattere”.
Fin qui tutto bene, ma il continuo è solo un’accoglienza alquanto amara. Ecco i punti salienti dell’articolo: “[…]Proprio questa sua passione per i tatuaggi lo ha portato ad essere la causa scatenante di un omicidio“. Il riferimento, chiaro, è allo spiacevole episodio della morte del tatuatore di fiducia del Pocho, peraltro risalente al 2010: “E’ partito tutto da una foto scattata da un cellulare e diffusa su internet, vista la quale, un tatuatore concorrente, per gelosia, ha pensato bene di vendicarsi“. E non finisce qui: “Se è vero che Lavezzi non ebbe nessuna colpa oggettiva in quella vicenda, è però altrettanto vero che il giocatore venne successivamente ascoltato dagli inquirenti nell’ambito di un’indagine di mafia. Nel 2011, infatti, l’argentino è stato convocato a deporre come persona informata dei fatti e a rispondere dei suoi rapporti con un imprenditore napoletano condannato per riciclaggio di denaro sporco e contatti fitti con la malavita organizzata. Ma non è tutto perché Lavezzi ha saputo farsi notare negativamente anche sul campo. Era l’agosto del 2005 ed il Pocho, all’epoca al San Lorenzo, esternò tutta la sua gioia per un gol siglato mimando un bandito che estreva la pistola (quella tatuata in vita) dalla fondina per sparare ad un ufficiale di polizia presente tra il pubblico. Un caso che suscitò grande scalpore in Argentina e che per fortuna da allora non si è più ripetuto”