Euro 2012 nasce sotto una cattiva stella per gli azzurri di Prandelli. Prima la vicenda calcio scommesse, il blitz a Coverciano e il fango sui calciatori italiani che hanno scombussolato l’ambiente. Poi la scoppola in amichevole contro la Russia, dovuta a questo clima surreale ma anche ad una ruggine tattica derivante dalle poche occasioni in cui la squadra ha potuto amalgamarsi nel corso degli ultimi mesi. Ora l’ennesima tegola, lo stiramento al polpaccio sinistro per Andrea Barzagli. Stop di almeno 20 giorni e il rischio concreto di saltare la competizione continentale. Lo staff tecnico ritiene fondamentale il centrale juventino, autore di una stagione sontuosa, nello scacchiere azzurro. A maggior ragione dopo gli imbarazzi difensivi dell’ultima uscita e la decisione di Prandelli di virare su un più accorto 3-5-2. Si proverà a recuperarlo in tutti i modi, entro venerdì il Commissario Tecnico deciderà se accontentarsi delle sue prestazioni in un’eventuale seconda fase o rimpiazzarlo con un nuovo innesto.
KO BARZAGLI. CHI AL SUO POSTO? Parte dunque il toto-sostituto. Trai i papabili, i nomi più accreditati sono quelli di Astori e Ranocchia. Il promettente giocatore del Cagliari vanta una sola presenza in Nazionale lo scorso anno contro l’Ucraina, condita anche da un’espulsione. Forza fisica e discreta tecnica, ma esperienza internazionale pari a zero. Il 24enne nerazzurro, invece, è il classico giovane di prospettiva che in Italia non sembra riuscire a sganciarsi dai nastri di partenza. Annata turbolenta all’Inter, spesso ai margini dell’undici titolare o al di sotto delle sue potenzialità quando è stato impiegato. Entrambi certamente poco avvezzi alla difesa a tre, per proprie caratteristiche o familiarità con altri moduli. Non riguarderebbe dinamiche tattiche il sorprendente richiamo alle armi di Mimmo Criscito, estromesso dalla rosa in seguito all’avviso di garanzia per la nota querelle giudiziaria. Prandelli gli avrebbe promesso il reintegro in caso di infortuni, anche riguardanti altri ruoli. Nulla contro il biondo napoletano ma, in un momento così delicato, sarebbe fin troppo deleterio un ulteriore scacco all’integrità della Federcalcio.
CAPITANO, SI SCANSI. In un quadro tutt’altro che idilliaco, nessuna chance concessa a Paolo Cannavaro, ancora a secco di presenze con la Nazionale maggiore. Il capitano del Napoli paga, suo malgrado, la disastrosa annata del pacchetto arretrato di Mazzarri e qualche suo strafalcione. Ma ha anche sciorinato prestazioni maiuscole, soprattutto in Champions. In quanto ad esperienza in campo europeo e all’adattamento alle disposizioni del Ct, può decisamente scalzare le candidature riportate sopra. Il club partenopeo è tra i pochi in Italia a sviluppare il 3-5-2 dai tempi della serie B. Meccanismi oleati negli anni e non improvvisati in qualche seduta d’allenamento prima di affrontare una rassegna di tale rilevanza. Al centro del reparto difensivo ha il giusto carisma per guidare i compagni. Quando alza la testa è anche capace di impostare il gioco, conosce a memoria i tempi di inserimento del suo compagno Maggio. In caso d’emergenza può esibirsi anche come terzo di destra, con discreti risultati. Paradossalmente, inoltre, vestire la maglia della Nazionale potrebbe alleggerirlo delle responsabilità di cui è caricato con la casacca del Napoli, giovando sul suo rendimento. Purtroppo, c’è da dirlo, Prandelli ha sempre snobbato Cannavaro jr, anche nei periodi in cui (ad esempio nella scorsa stagione) era evidentemente uno dei difensori italiani più in forma. Utopistico pensare ad un suo ripescaggio quando ci si ritrova con l’acqua alla gola. Eppure la Nazionale, fedele interprete del tradizionale 4-4-2 durante le qualificazioni, si è votata al nuovo orientamento tattico proprio per restituire tranquillità e sicurezza a giocatori sfiancati dalla miriade di impegni stagionali. Mettere a soqquadro le striminzite certezze senza le pedine adatte potrebbe rivelarsi un pericoloso boomerang. Viva la rivoluzione, a patto che ci si affidi ai rivoluzionari. E, da almeno un paio di lustri, lo spirito patriottico trova dimora nel Dna della famiglia Cannavaro.