Ecco gli attaccanti chiesti da Mazzarri

Nell’intervista di ieri su Radio Marte il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è stato chiaro “Non abbiamo nessuna intenzione di prendere Jovetic in quanto in attacco siamo al completo”. Le parole del patron azzurro hanno aperto a due ipotesi: davvero il Napoli con Cavani, Pandev, Vargas e Insigne non ha bisogno di altri rinforzi oppure quello del Presidente è solo un bluff di mercato. Solo il tempo saprà dare una risposta. Intanto Mazzarri, come scrive la Repubblica, avrebbe comunque chiesto di completare il parco attaccanti magari non con una seconda punta, visto il materiale già a disposizione, ma con una prima punta da poter alternare a Cavani. I nomi che circolano sono quelli di Mattia Destro e di Maxi Lopez. Su Destro, autore di un’ottima stagione al Siena, c’è l’attenzione di un bel pò di club italiani con l’Inter in prima fila. Per quanto riguarda l’attaccante argentino, passato nel mercato invernale dal Catania al Milan, il discorso è diverso. I rossoneri hanno fatto sapere che non confermeranno il calciatore che dovrebbe tornare a Catania. Lo stesso giocatore, in un’intervista, ha fatto sapere di essere aperto a qualunque situazione e, parlando del Napoli, si sarebbe detto entusiasta di vestire la maglia azzurra elogiando le capacità di società e tecnico per il lavoro svolto. Così come De Laurentiis è stato chiaro nel chiudere le porte all’arrivo di un attaccante ha confermato che l’attenzione della società è puntata alla ricerca di un difensore, di un esterno sinistro e di un centrocampista. I nomi per la difesa sono quelli di Benatia, Gamberini e Zapata. Per quanto riguarda la fascia sinistra il nome più caldo è sempre quello del francese Aly Cissokho del Lione mentre si profila un rinnovo anche per Andrea Dossena dato in sicura partenza. Per il centrocampo il sogno rimane Lassana Diarra ma arrivare al “galactico” sembra davvero impossibile. Gli altri nomi sono quelli dell’ucraino Tymoschuk, che il Bayern ha messo in lista di sbarco, e del pescarese Verratti.

Fonte: Repubblica