Questa volta, ad allungare le ombre di calciopoli, ci sarà la nuova maglia ufficiale della Juventus, che, vedendosi respingere la possibilità di mettere le famigerate “tre stelle” a simboleggiare i 30 titoli vinti, riporterà al loro posto una scritta che non mancherà di destare ulteriori polemiche: “30 sul campo“, a discapito dei due campionati che le sentenze post-calciopoli hanno annullato e che tutt’ora gridano vendetta e non sembrano trovar pace né nella mente dell’entourage bianconero, né tanto meno in quella dei tifosi juventini, che si ostinano a portare avanti la tesi dell’ingiustizia e dell’oltraggio subito.
Ora, con buona pace delle sentenze archiviate e delle sanzioni comminate, ci sembra eccessivo e deletereo per l’immagine della società bianconera ricorrere a tali mezzi, alquanto bizzarri, che vagano sulla sottile linea della frustrazione, carichi di rancori e amarezze che dovrebbero oramai appartenere ad un retaggio del passato. Una frase come quella, riportata sul petto con fierezza e indomita necessità di rimembrare l’ingiustizia sportiva subita, ci sembra una reazione un po’ troppo “ultras“, riportando un messaggio che nasconde una pericolosa novità e che potrebbe dar seguito ad analoghe iniziative che toccherebbero la soglia del ridicolo. E’ ancora fervido nella mente di tutti il ricordo di una dirigenza abituata a ben altri atteggiamenti, volendo riportare alla mente le gesta dell’avvocato Gianni Agnelli, uomo di potere ma anche di buon senso, capace di saper gestire in maniera equilibrata e senza eccessi, accettando i verdetti con senso critico, ironia e nulla più. E’ proprio vero che il tempo passa per tutti…
Articolo modificato 16 Giu 2012 - 21:58