Pierpaolo Marino, ai tempi in cui era direttore sportivo del Napoli, consegnò tra le mani di Edi Reja un ragazzino appena prelevato dal Brescia, che in meno di due settimane si conquistò un posto da titolare in squadra: Fabiano Santacroce. Il calciatore italobrasiliano disputò, insieme a Cannavaro e Domizzi, la seconda parte di quella stagione 2007-2008 in modo esaltante. Tutti gli occhi erano puntati sul leoncino di Bahia: marcature aggressive, grande senso tattico, velocità ed un anticipo puntuale e perentorio fecero di lui uno dei giovani più promettenti di tutto il calcio italiano. Fabio Cannavaro arrivò addirittura ad affermare: “Sono sicuro, Santacroce sarà il mio erede”.
La favola purtroppo si interruppe quattro anni fa. Da quel momento in poi, per Santacroce e per chi credeva in lui, si sono registrate solo delusioni. Il campionato 2008-2009 fu gravemente condizionato da due pesanti infortuni, prima al menisco destro poi a quello sinistro: la stagione che per l’ex giocatore del Brescia doveva rappresentare il definitivo trampolino di lancio, invece si trasformò in un calvario. Santacroce tornò a disposizione della sua squadra solo nel 2010, ma ripartì dalla panchina e non fece mai molto per riconquistarsi un posta da titolare. Il resto è storia d’oggi: nell’estate 2011 passa in prestito (con diritto di riscatto) al Parma dove vive l’ennesima stagione in chiaroscuro.
Fabiano Santacroce ha ormai 26 anni è resta uno dei misteri calcistici più oscuri degli ultimi anni: è rarissimo trovare difensori di 20 anni con le sue doti. L’unico augurio sincero che la redazione di SpazioNapoli può formulare all’ex numero 13 azzurro è quello di potersi togliere in età matura tutte quelle soddisfazioni che, per colpa dei vari infortuni e per un comportamento non sempre inappuntabile, non è riuscito a realizzare durante questi anni.
Il Napoli sta cercando un difensore giovane, veloce e che sappia marcare bene: sembra proprio l’identikit del Santacroce di cinque anni fa…
Marco Soffitto
Articolo modificato 18 Giu 2012 - 12:36