AI TEMPI DEL NAPOLI…- Il 1° giugno 2009 il cartellino di Fabio Quagliarella viene comprato dal Napoli e il giocatore stabiese potrà finalmente affermare: “Corono il mio sogno più grande, quello di giocare nella squadra di cui sono sempre stato tifoso”. Nel capoluogo campano i tifosi impazziscono di gioia e all’ex giocatore dell’Udinese verranno addirittura dedicate pizze, panuozzi, dolci e bevande. Peccato solo che il nuovo numero 27 azzurro, fin dall’inizio della sua esperienza partenopea, non riuscirà ad amalgamarsi con gli allenatori (prima Donadoni, poi Mazzarri) e soprattutto con i compagni di squadra. Tranne pochissimi acuti la sua stagione sarà molto al di sotto delle aspettative e con il passare del tempo Quagliarella diventerà un corpo sempre più estraneo all’interno del nuovo gruppo-Mazzarri (che intanto si è amalgamato alla perfezione e vola in campionato). I tifosi azzurri per qualche mese accettano le difficoltà di Fabio e lo sostengono, sopportandone anche l’apatia e lo scarso feeling con i compagni. Dopo diversi mesi di nulla, però, una parte di stadio comincia a fischiarlo, dando il via (più o meno ufficialmente) alla fine di un amore mai nato. A prescindere dalle 11 reti finali, lo stabiese dimostrerà di non essere in grado di reggere la pressione della piazza napoletana e di non sapersi assolutamente adattare al ruolo di prima punta. L’espulsione rimediata nella sconfitta interna del Napoli contro il Parma, sancisce anche la sua rottura con Aurelio De Laurentiis che, da quel momento, inizia a valutare l’eventuale incompatibilità tra Quagliarella e l’ambiente partenopeo…
ADDIO: RANCORE E RABBIA- Alla fine della stagione 2009-2010, il Napoli e Quagliarella sono già separati in casa. Il calciatore campano si sforzò davvero poco per superare le proprie difficoltà, non andando mai incontro alle esigenze dell’allenatore e dei compagni. Dopo il mondiale sudafricano, Quagliarella raggiunse i suoi compagni napoletani in ritiro mostrando il broncio e l’infelicità dell’anno precedente: è a questo punto che De La e Bigon credettero bene di cedere il giocatore per sostituirlo con qualcuno più felice di vestire la casacca azzurra. Quagliarella, una volta passato alla Juve, dirà che il Napoli fece di tutto per cederlo ma se fosse stato davvero onesto avrebbe dichiarato che egli stesso fece di tutto per essere ceduto. Il rancore e la rabbia del tifo partenopeo nei confronti dello stabiese nascono dal fatto che il giocatore non abbia avuto gli attributi per ricominciare dall’inizio e riscattare una stagione deludente e, soprattutto, che abbia lasciato la squadra della sua città (ma evidentemente non del suo cuore) per la compagine odiata fino al disprezzo dal popolo del San Paolo.
La verità si trovo nel mezzo: Quagliarella voleva andare via e il Napoli voleva cederlo. E’ tutto vero. Ma questa è una storia tra il calciatore e la società. Un’altra storia e un’altra verità, quella che più interessa ai tifosi, è che Quagliarella passando in bianconero ha tradito col sorriso sulle labbra Napoli e i napoletani.
Marco Soffitto
Articolo modificato 26 Giu 2012 - 12:48