Hugo Campagnaro si è sempre distinto per la sua determinazione, per la grinta e la voglia di fare. Troppe volte lo abbiamo visto scendere con la palla al piede, cercando il dribbling vincente, il movimento giusto prima di pennellare un cross per i tenori. Un terzino tutto cuore e muscoli, duro quando c’era bisogno di esserlo, forte quando il destino lo ha messo di fronte a una scena tragica. Hugo non ha mollato, si è presentato più concentrato di prima, e lo ha dimostrato pienamente.
Dal lontano 9 luglio del 2009 veste la maglia azzurra, quando a Genova era già un idolo per i tifosi blucerchiati. È arrivato a Napoli in punta di piedi, senza proclami ma con tanto lavoro silenzioso. Il 16 agosto, nel match di Coppa Italia contro la Salernitana (finito 3-0 per gli azzurri ndr) segnava già il suo primo gol. E poi a Milano, il 21 marzo 2010, mette la firma per la sua prima rete in campionato con i partenopei (1-1 finale) .
E poi l’esordio in Champions a Manchester, il cammino in Europa, la rincorsa verso un nuovo terzo posto. Hugo Campagnaro c’è sempre stato. Anche quando la difesa azzurra attraversava momenti di difficoltà, anche quando si diceva che era tutta colpa solo del reparto difensivo. Palle alte, cross da lontano, interventi di testa a spazzare, incornate in avanti a cercare il gol. Hugo Campagnaro c’è sempre stato. E forse per questo è così amato dai tifosi azzurri. Per la sua voglia di lottare e di non gettare mai la spugna. Ed è per questo che continuerà a risuonare al San Paolo il grido Hugo-Hugo, per accompagnare i suoi cross, le sue discese sulla fascia, i suoi interventi disperati in difesa della porta. Auguri Hugo. 32 anni di passione.
Raffaele Nappi
Articolo modificato 27 Giu 2012 - 10:18