C’è aria di confusione nelle scelte di mercato del Napoli. Ieri, durante le dichiarazioni di Mazzarri nel corso della conferenza stampa, è trapelato con una certa eloquenza il messaggio secondo cui il tecnico sembri orientato a confermare anche quest’anno Zuniga in un ruolo non suo, e cioè quello di esterno sinistro, giustificando questa scelta poiché il giocatore ha la giusta esperienza per mantenere il ruolo e che durante la scorsa stagione ha ricoperto egregiamente l’out sinistro, e, riportando le dichiarazioni “ha sempre giocato a sinistra nell’ultimo anno, noi giochiamo molto sugli esterni e lui ha dimostrato che può creare la giocata non solo andando sul fondo ma anche stringendo verso il centro e calciando col suo piede. E’ cresciuto tanto, è arrivato a Napoli dal Siena senza troppa esperienza ed invece ora è un giocatore importante su cui punto ad occhi chiusi“.
Eccolo l’intoppo che potrebbe cambiare una strategia di mercato che all’inizio sembrava ben delineata, ma che adesso comincia a mostrare i limiti di un progetto non propriamente chiaro a tutti, tant’è che a diversi addetti ai lavori è sembrato un po’ ambiguo intavolare le prime trattative in ruoli che non sembrano essere i punti deboli della squadra a tal punto da intervenire con assoluta precedenza. Si sarebbe convenuto, infatti, se la società avesse, in primis, concentrato le proprie attenzioni alla ricerca di un uomo d’ordine a centrocampo, in grado di dettare i tempi di gioco alla squadra, per cronomentrarne le pulsazioni e gestirne i ritmi. Quest’uomo avrebbe dovuto rispondere all’identikit del famoso “top player” colui il quale avrebbe dovuto impreziosire la linea mediana del campo, il giocatore in grado di far fare il salto di qualità tanto agognato dalla platea. Altro obiettivo plausibile ai più sarebbe sicuramente stato un arcigno ma allo stesso tempo rapido difensore centrale, caparbioin marcatura tanto quanto in palleggio, abile interprete della manovra dalle retrovie, che desse fiato alle iniziative di Cannavaro, per ridare lucidità e spessore ad un reparto troppe volte con l’acqua alla gola.
Invece si è scelto di intervenire sulle fasce, zone in cui il Napoli sembrerebbe maggiormente in grado di divenire camaleontico, tanto da trasformare i propri elementi, già di suo validi e qualificati, a sopperire ad eventuali mancati arrivi e a situazioni di emergenza che si sarebbero eventualmente susseguiti durante l’arco della stagione. Stranezze di mercato, incomprensioni a cui non dar peso, oppure si nasconde una incomunicabilità di base che potrebbe risultare pericolosa nei prossimi mesi? Come ci piacerebbe se a rispondere ci fosse De Laurentiis…