Ora le proposte sono due. Presto diventeranno di più, forse già nei prossimi giorni. Luigi de Magistris rivela che non c’è più solo il progetto (concept) proposto da una società che fa capo all’imprenditrice Marilù Faraone Mennella per la costruzione di uno stadio polifunzionale nella zona orientale di Napoli, a Ponticelli, «ma ne è arrivata anche un’altra oltre quella », racconta a sorpresa il sindaco. Dunque, Napoli e il suo stadio fanno gola. Indipendentemente se si tratti di costruirne uno nuovo o di rifare il San Paolo. E una nuova cordata di imprenditori si è fatta avanti depositando al Comune un’altra ipotesi progettuale, per uno stadio in un’altra area, aderendo così alla manifestazione di interesse che, va ricordato, prevede più ipotesi: o che si costruisca uno stadio nuovo e si rifaccia comunque il San Paolo; oppure, che si ristrutturi il solo stadio di Fuorigrotta. Altre offerte, in ogni caso, sarebbero attese a breve. Poi, a settembre, il Comune vaglierà i concept migliori mettendoli a gara. Tutto accade, manco a dirlo, nel giorno in cui la Commissione Cultura della Camera dà il via libera alla legge Lolli-Butti sugli stadi, che prevede procedure molto accelerate per la le autorizzazioni necessarie alla realizzazione delle strutture con oneri interamente a carico dei privati tramite project i quali potranno però accedere ai fondi del credito sportivo. L’ultimo ok dovrà darlo il Senato pare anche molto presto. Ecco perché il sindaco— pur prendendo atto che de Laurentiis, che col Napoli è il gestore unico dello stadio cittadino, non vede altra casa per la sua squadra che il San Paolo — tira dritto: «Lui è il presidente del Napoli, io il sindaco. Ma non c’è alcuna polemica tra noi. Aurelio— dice—l’ho sentito ieri sera (l’altro ieri, n.d.r.) ed abbiamo avuto un’amabile conversazione. Sul nuovo stadio decideranno le regole. Io, come tutti i napoletani, voglio un grande stadio per un grande Napoli ed ho assunto l’impegno di realizzarlo prima della fine del mio mandato».
De Magistris ricorda poi che si sta lavorando anche al rinnovo della convenzione e a riscuotere i crediti che il Comune vanta nei confronti del Calcio Napoli. «Sarà valutata la migliore proposta, ma non saremo né io né il presidente De Laurentiis a scegliere. Ma credo saremo d’accordo, non posso ipotizzare che il presidente non voglia uno stadio all’altezza ». In realtà, visto che in entrambe le soluzioni è comunque prevista la riqualificazione del San Paolo, il problema non dovrebbe esserci. Anche perché—ma questo si sa da tempo—de Laurentiis è fermamente convinto che «la casa del Napoli è quella », cioè lo stadio di Fuorigrotta. Occorre comunque aspettare prima di sapere effettivamente chi avrà presentato la soluzione migliore o quella maggiormente percorribile; e che, soprattutto, vada bene a de Magistris e De Laurentiis che, indipendentemente da fisiologiche vedute differenti su alcuni punti, sembrano mantenere un buon feeling. La costruzione di uno stadio nuovo, in ogni caso, essendo comunque occasione di sviluppo, non può che beneficiare della legge che sta per tagliare il nastro al Senato dopo l’ok avuto alla Camera. Ne è convinto Giovanni Lolli, deputato del Pd, che ha lavorato alla legge assieme al senatore Alessio Butti, sempre del Pd. «La legge approvata all’unanimità in sede legislativa presso la Commissione Cultura della Camera la legge sugli stadi è una legge equilibrata che tiene conto delle esigenze di snellimento e semplificazione degli iter senza rinunciare a nulla in merito alle garanzie di difesa del suolo, dei vincoli architettonici, idrogeologici e urbanistici».
Lolli, componente della commissione Agricoltura della Camera, aggiunge: «La legge, che dovrà tornare ora in Senato in seconda lettura, si basa su una concezione moderna dei grandi impianti sportivi, aperti alla città, che attirano capitali privati e che producono risorse e valore aggiunto per la collettività che si allineano ad importanti modelli europei e che permettono agli Enti Locali di investire nello sport di base e per tutti». Sicuro di aver fatto un buon lavoro in sede legislativa anche Alessio Butti: «Si tratta — dice — di un provvedimento di straordinaria importanza che consente ai privati di remunerare rapidamente il proprio investimento e rappresenta un volàno per l’economia creando migliaia di posti di lavoro. La legge aveva già ottenuto il parere favorevole di tutti i soggetti coinvolti ed auditi in Parlamento: dall’Anci, all’Upi, dal Credito Sportivo alla Lega Calcio, passando per una miriade di soggetti minori. In Senato assicureremo tempi rapidi per l’approvazione finale di una legge che ci permette di allinearci ai migliori standard europei – conclude Butti -. Si favorirà, infatti, la costruzione di stadi moderni, sicuri e funzionali, in tempi certi e con regole chiare. Un ringraziamento all’ex sottosegretario allo Sport Crimi e all’attuale ministro Gnudi per aver sostenuto la nostra iniziativa parlamentare».
Fonte (Corriere del Mezzogiorno)