“Era la mia prima volta. E proprio come un’innamorata, la prima volta non la dimenticherò.”
Ci siamo lasciati così. Ci siamo lasciati con il mio primo trofeo dal vivo. Ci ritroviamo con il mio terzo ritiro consecutivo. Ancora qui. Ancora Dimaro. Sempre Trentino. Sempre più azzurro tra le vette dei monti della Valle del Sole.
Quest’anno siamo stai indecisi fino alla fine: troppi impegni di lavoro, giorni che non coincidevano con chi ha vissuto con noi tutte le ultime trasferte e ritiri, pochi soldini messi da parte e poco entusiasmo per il calciomercato.
Ma poi l’astinenza si è fatta sentire, la curiosità di vedere da vicino Lorenzo, il piccoletto di famiglia, la voglia di rivedere gli occhi degli innamorati, alla prima o all’ennesima volta…e allora il gioco è fatto!In due giorni abbiamo prenotato, convinto colui che mi ha contagiato con questa splendida malattia a venire con noi ed eccoci qui. Ancora qui. Ancora Dimaro. Sempre Trentino. Sempre più azzurro tra le vette dei monti della Valle del Sole.
Inutile dirlo. A tenere banco fino a questo momento la vicenda Lavezzi. Gli sceicchi ammazzano il calcio giocato con i loro soldi, noi ammazziamo il tempo che ci divide dal calcio giocato contando i soldi degli sceicchi. Fino a perdere di vista il fatto che il Pocho in realtà l’avevamo già salutato mesi fa e che, ribadisco una frase già detta, “morto un Pocho se ne fa un altro.” E allora di che stiamo a parlare?! Lo ringraziamo, accettiamo l’offerta e guardiamo avanti. E allora, mentre viaggiamo verso nord, c’è qualcuno che c’informa di una notizia bomba di Radio Kiss Kiss. Suspence. Top Player è la parola che riecheggia fino allo sfinimento. De Maggio in versione Frizzi che svela le identità segrete, dopo circa un quarto d’ora di fiato sospeso, ci salva dall’iperventilazione nominando Kakà. Kakà. E le battute a quel punto sono sorte spontanee. Con un cognome così e una presentazione così, mandarci De Maggio era d’obbligo. Se poi pensate che la conferma di tale notizia è stata data nientepopodimenochè da Mastella, capirete che il nostro viaggio è proseguito nell’ilarità più assoluta e con sempre più Grava nel cuore.
L’altra notizia di calciomercato che ci ha affranto non poco, oltre alla dipartita di Lavezzi, è stato sapere che nello stesso giorno in cui saremmo arrivati a Dimaro, Fideleff se ne sarebbe andato. Senza poterlo incrociare e ricordargli quel grandissimo intervento a Verona col Chievo. Una vera disdetta per noi, una grande fortuna per il Parma. Addio Mago Galbusera, ti porteremo nei nostri ricordi, stanne certo.
Insomma, arriviamo a Dimaro. Il paese, come l’anno scorso, è in festa per noi. Fiocchi azzurri come se piovesse, nastri da palazzo a palazzo, da un lato all’altro della strada, bandiere ai balconi e stendardi nei negozi. Qui sono proprio felici di vederci di nuovo. E noi pure cominciamo ad avere una certa confidenza. Ecco perché andiamo nello stesso ristorante dell’anno scorso, facciamo un giro al campo vuoto giusto per assaporare l’aria che tira, c’incamminiamo verso l’albergo degli azzurri che pure è sempre lo stesso. Passiamo anche fuori la casetta fittata l’anno scorso, purtroppo non trovata libera quest’anno, e la salutiamo anche chiamandola “casa nostra”. Sì, nettamente cominciamo a prendere una certa confidenza.
Di tifosi ce ne sono ancora pochi in giro. Domani si prevede l’arrivo di una buona parte, ma per adesso ci godiamo la tranquillità del paese che si concede un momento musicale con la banda di paese. Suonano, tra l’altro, anche un mix degli ABBA ed è superfluo dire che “Fernando” diventa facilmente Fernandez. Sì. Siamo già entrati in clima “Forza Napoli”.
E come sempre le belle coincidenze ci perseguitano. Un tizio al ristorante mi guarda e mi fa “Ma voi eravate a Londra col Chelsea?”. Lo guardo meglio. Certo! Ci siamo incontrati in metro a Londra prima di andare allo stadio. Anche lì erano con un bimbetto con la cresta di Hamsik bella in vista. Emigrati in Toscana, seguono il Napoli in trasferta dovunque possono. E quando sono al San Paolo, siedono in curva B nel nostro settore. Probabilmente cercheremo di vederci anche lì quest’anno. E probabilmente dopo esserci visti per la terza volta, ci chiederemo anche il nome. E poi il contatto. E poi magari nascerà una strana amicizia fatta di calcio ed emozioni. Storie ch
e si ripetono. Storie che vivi da anni grazie ad una passione che, nel bene e nel male, contamina chi ti sta intorno.
E allora, signori miei, a domani. Ore 9: allenamento per tutti. Ancora qui. Ancora Dimaro. Sempre Trentino. Sempre più azzurro tra le vette dei monti della Valle del Sole.
Articolo modificato 13 Lug 2012 - 11:49