Ieri pomeriggio, a Dimaro, la prima impressione nel vedere il nuovo Napoli, è stata di aver visto un grandissimo Lorenzo Insigne, uno dei più zelanti in partita così come lo è stato, fino ad ora, nel ritiro trentino. Tre gol per il funambolo di Frattamaggiore, ed un intesa con i nuovi compagni di squadra con i quali sembra giocare da una vita.
Guai, però come prima ricordato, ad entusiasmarsi immediatamente. La partita col Trentino non è stata altro che una sgambatura e nulla più, e già il 20 Agosto l’asticella del livello di difficoltà si alzerà vertiginosamente, ma le qualità di questo ragazzo sono indiscutibili e non hanno mancato di colpire al cuore quella grande fetta di tifoseria partenopea, che non desiderava altro che riprendersi dallo smacco della cessione di Lavezzi, per poter eleggere Lorenzo come nuovo idolo di una città intera.
Lorenzo sta rispondendo più che ottimamente agli stimoli e alle nuove responsabilità a cui verrà chiamato. Napoli non è Pescara, il Napoli non è il Pescara e Mazzarri non è Zeman, dettagli non trascurabili ma anzi fondamentali, di cui Insigne dovrà tener conto per rendere al meglio nel suo percorso di crescita nel sodalizio azzurro.
I suoi 25 gol realizzati in riva all’Adriatico sono sicuramente una dote più che mai rispettabile, ma adesso la sfida a cui lo “scugnizzo” partenopeo si accinge è di quelle cruciali. Non solo la responsabilità di essere l’icona napoletana della squadra, insieme a Cannavaro, ma quella di sostituire non solo nel cuore dei tifosi, ma anche nel campo, la figura di Lavezzi che ancora oggi aleggia.
Il nostro partirà, questa stagione, lievemente svantaggiato dal nuovo diktat tattico elaborato da Mazzarri; il 3-5-1-1 nel quale il tecnico livornese ha già trovato i suoi interpreti nei due ruoli d’attacco. Sarà naturalmente Cavani a guidare l’attacco azzurro, supportato da Goran Pandev a cui quest’anno sono andate le mostrine da “titolarissimo”, appellativo tanto caro al mister.
Se sia stata una scelta frettolosa o meno, sarà il tempo a deciderlo, però la stagione del Napoli sarà estenuante e non si fa alcuna fatica a pensare che Insigne saprà trovare e ritagliarsi il suo spazio nella squadra, a patto che si decida di puntare su di lui.
Si, perchè i posti in attacco sembrano pochi per soddisfare le esigenze di tre attaccanti come Pandev, Insigne e Vargas, considerato lo status di “intoccabile” del Matador Cavani. Il ritiro di Dimaro e le amichevoli estive aiuteranno Mazzarri a capire chi potrà rendersi più utile azzurra. Ad ogni modo, a meno di ulteriori innesti in attacco, ci sarebbe da ricoprire il ruolo di “vice-Cavani”, lasciato vuoto da Lucarelli. Vargas potrebbe essere indicato, per caratteristiche tecnico-tattiche a ricoprire quel ruolo. Ma la decisione ultima spetta al mister e le partite che seguiranno aiuteranno a capire qualcosa di più.
Attualmente le quotazioni di Insigne sono alle stelle, dopo i primi giorni di allenamento, ma il proverbio dice che “gli esami non finiscono mai” e non saranno certo tre gol in amichevole e giocate da applausi in allenamento a segnare il Destino di tutta una stagione. C’è da fare i conti anche con la volontà del giocatore che, attualmente, non ha ancora rinnovato il contratto e che pochi mesi fa fu molto chiaro nelle sue intenzioni di voler giocare a Napoli da protagonista e non da comparsata.
Parole di un ragazzo che, nonostante la giovane età, esibisce sfrontatezza e fiducia nei suoi mezzi, ma come detto prima, i piedi vanno tenuti saldamente a terra. Insigne è un ottimo giocatore che può dare il suo contributo; sarebbe ingiusto e soprattutto deleterio caricare il ragazzo di responsabilità che abbracciano aspetti sociali oltre che quelli calcistici.
L’unico augurio che possiamo fare è che tanto zelo e tanta voglia di fare possano trasformarsi in giocate raffinate e grandissime reti, magari iniziando proprio contro “Madama” Juventus, in occasione della finale di SuperCoppa; un gol che sarebbe la prima grande soddisfazione in maglia azzurra, e si spera la prima delle tante.
Articolo modificato 18 Lug 2012 - 15:35