Ecco il testo dell’intervista integrale:
Quanto vale il 3-2 sul Bayern?
«È stata una verifica importante perché nel Bayern mancavano i nazionali ma c’erano i nuovi acquisti e poi per i tedeschi non esistono amichevoli. Non ce l’aspettavamo neanche noi una prova così positiva per la forza dell’avversario, per il duro lavoro che abbiamo svolto in questi giorni e per il fatto che loro erano più avanti nella preparazione».
Insomma, un segnale alla Juve per la Supercoppa?
«No, nessun segnale, manca tempo. Sia noi che la Juve cercheremo di arrivare pronti all’appuntamento. E per noi la Supercoppa è il primo obiettivo, arriva subito, dopo la coppa Italia conquistata a maggio: vogliamo vincerla».
Come sono le sensazioni del capitano in questo ritiro?
«Buone, abbiamo lavorato intensamente tutti, nessuno ha saltato un allenamento. Il gruppo è predisposto al sacrificio, siamo ripartiti sulla scia dell’anno scorso e siamo ancora più motivati».
Cannavaro sempre più bandiera: si sente il Totti o il Del Piero del Napoli?
«Questi accostamenti mi piacciono. Sì, vorrei diventare per i napoletani quello che Totti è per la Roma o che Del Piero è stato per la Juve. Adesso avverto sempre di più l’affetto della gente, questo mi fa molto piacere. Nel calcio moderno è sempre più difficile essere un uomo bandiera».
Il nuovo campionato, la lotta per il vertice: dove colloca il Napoli?
«Il Napoli ha le carte in regola per stare nel gruppo di vertice. Ma, per favore, non parliamo di scudetto e lo dico non solo per una questione di scaramanzia. Dobbiamo pensare ad ottenere il massimo in ogni partita e pensare alla successiva. Sarà fondamentale proseguire a fari spenti come fece la Juve l’anno scorso. Alla fine vedremo dove siamo arrrivati».
Considera la Juve un gradino più su e che pensa delle altre?
«La Juve ha vinto lo scudetto e ha operato degli acquisti, quindi parte un gradino più su. Poi ci sono le solite: Inter, Milan. E guardo con curiosità alla Roma, può fare bene con il gioco di Zeman».
Insigne è partito fortissimo: se l’aspettava?
«Lorenzo è un giocatore forte, già due anni fa negli allenamenti noi difensori non lo prendevamo mai. Mi impressionò già da ragazzino con gli allievi, mi sembrava il nuovo Ortega. L’anno scorso ha fatto la differenza in B e non è una cosa semplice. L’unica cosa è che deve crescere in maniera tranquilla».
Cannavaro e ora Insigne: è il Napoli dei napoletani?
«Sì, possiamo dire così e questo è molto bello. I talenti napoletani, da sempre, hanno fatto soprattutto le fortune di altri club. Adesso Lorenzo potrà far vedere il suo valore nella squadra della sua città».
E Vargas?
«Sta crescendo. In Italia c’è sempre l’abitudine di dare giudizi affrettati. Vargas è arrivato a gennaio, doveva ambientarsi e in attacco aveva tre fenomeni, non era facile per lui trovare spazi. Sono convinto che farà bene».
La nostalgia del Pocho si avverte già meno.
«Il Pocho è stato un giocatore importante, ha fatto parte di questo gruppo per cinque anni e si sono stretti anche dei rapporti forti a livello personale. Ma nel calcio come nella vita a un certo punto si va avanti e si volta pagina».
Mazzarri valore aggiunto del Napoli, qual è la sua migliore qualità?
«Mazzarri ha dato tutto a questo Napoli: mentalità, gioco, organizzazione, motivazioni. Lui non impone le cose ma ti convince su quello che devi fare. Ti dà sicurezza lasciando però sempre libertà alla tua fantasia. Cura ogni particolare, non lascia nulla al caso e fa di tutto per trovare sempre una soluzione giusta».
Il nuovo modulo, il 3-5-1-1, può dare più solidità alla fase difensiva?
«Non solo, diciamo che è un’alternativa al modulo dell’anno scorso. Un centrocampista in più ti dà più possibilità di palleggio, visto che noi eravamo sempre abituati a partire a mille. Ne può trarre giovamento la squadra nel suo insieme, sia in fase difensiva che offensiva».
Che Cavani ritroverà?
«Lui ha grande fame e non si ferma mai. Me lo aspetto ancora più forte. Ora che non c’è più Ibra, resta solo Di Natale come concorrente alla classifica dei cannonieri».
Britos tornato disponibile dopo un anno nero e in difesa ora c’è anche Gamberini.
«Britos è come un nuovo acquisto e l’arrivo di Gamberini è importante. Adesso ci saranno più soluzioni in difesa e avremo modo di alternarci nelle varie competizioni. In questo Napoli sono tutti titolari e non mi riferisco solo ai difensori. Contare su un gruppo di diciotto-venti giocatori è importante».
Vicenda Gianello: che dice?
«Niente, no comment».
I sigilli violati alla villa di suo fratello a Posillipo e la notifica dei carabinieri?
«Sono il custode giudiziario perché Fabio è spesso fuori dall’Italia. Quello dei carabinieri è stato un atto formale dovuto, una cosa burocratica».
Un messaggio ai tifosi del Napoli?
«Daremo filo da torcere a tutti, in campo ci metterà sempre la mentalità che piace tanto ai napoletani».
Parole da leader, da uomo di campo, da colui che meglio degli altri è in grado di tastare il polso della squadra e valutare quello di una città intera, da napoletano, da profondo conoscitore di radici ben intrinseche in una cultura calcistica capace di andare al di là della normale comprensione. Perché il capitano sa bene che ogni tifoso vive la squadra con un’amore sconfinato, a volte eccessivo, per cui resta il principale interprete di questo messaggio da riportare ai propri compagni di squadra, per spiegare una passione che gli altri non conoscono ancora, perché si sa, a Napoli, tutto è un po’ più speciale di altrove….
Articolo modificato 22 Lug 2012 - 11:17