Quello era il Mazzarri antico, il toscano diffidente che pretendeva una garanzia affinchè qualche presidente un po’ più furbo non gli facesse le scarpe proprio quando il suo lavoro stava dando i frutti che poi ha regolarmente ottenuto. Ora di Mazzarri ce n’è uno nuovo, che ha trovato un punto di equilibrio nei rapporti con il presidente De Laurentiis, anche lui convinto che di meglio da mettere sulla panchina del Napoli non ce n’è. Prima o poi qualcuno scoprirà quale percorso ha attraversato l’uomo di San Vincenzo per ritrovare il suo tantra dissoltosi in dodici anni di tecnico professionista e quasi mai soddisfatto delle squadre che gli mettevano a disposizione. Ora gli va bene tutto, c’è lui che coltiva o rigenera. Oltre a dirlo lo pensa pure. Ci fossimo imbattuti nel Mazzarri di sempre, sul campo di Dimaro sarebbe stata bufera sempre, a dispetto di giornate spesso riscaldate dal sole di montagna. No caro mister, lei ci deve confidare quale stregone ha assoldato nelle sue vacanze in Sardegna, perché vogliamo imparare anche noi i segreti della nuova vita che ricomincia a 50 anni. Pure ironico, poi… Sarebbe stato più semplice trovare per strada il prezioso Gronchi rosa. E lui ha strabiliato fin dalla prima sera, quando sul palco in piazza Madonna della Pace aveva divertito la piazza azzurra stringendo in pugno quella coppa Italia finalmente sua. Stringendola e fingendo di lanciarla alla folla. E se non vi bastasse il numero di novità sfoderate dal tecnico, voilà, anche cantante. Napoletano, poi, non avremmo mai puntato nemmeno un centesimo. Mazzarri che si infila nelle sette note, addirittura quelle ardimentose di «O surdato nnammurato», sussurrato senza acuti nella notte della felicità del popolo. Eccolo il nuovo Mazzarri: non ha più paura di incontrare scetticismo o critiche. Sa il fatto suo e l’ha trasmesso alla squadra, consapevole di non aver più nulla da dimostrare. Tomasi da Lampedusa, chi fu costui? No, non può aver letto il Gattopardo uno che decide di cambiare tutto, per cambiare veramente tutto.
Fonte: Raffaele Auriemma, Corriere del Mezzogiorno
Fonte foto: Italo ed Alessandro Cuomo
Articolo modificato 24 Lug 2012 - 12:59