Un’estate fa la storia di noi due. La bellezza di Napoli e lo splendore di Dimaro si sono intrecciati per la prima volta proprio un’estate fa. La città del sole sposò la Val di Sole in un matrimonio d’amore che ha partorito e battezzato il primo trofeo azzurro della nuova Era del Rinascimento Napoletano: la Coppa Italia. E proprio all’insegna del trionfo del 20 maggio si riaprono le porte azzurre del Trentino.
La coccarda tricolore scalza lo scudetto bianconero all’ultimo atto di una stagione travolgente e la Coppa Italia accompagna fisicamente il Napoli per il secondo anno a Dimaro, come a voler riallacciare un filo luminoso nato proprio un’estate fa.
Il 10 luglio la comitiva azzurra comincia il ritiro. Mazzarri si presenta alla squadra come il fu Mattia Pascal di Pirandello, l’uomo che visse due volte: “Salve sono il vostro nuovo allenatore”. Da mago Walter a Walter ego. Una strategia psicologica per dare ulteriore linfa emotiva e motivazionale alla squadra. E a corredo del rinnovamento c’è anche il modulo fresco di zecca: il 3-5-1-1. Quattro numeri messi in fila, così come ormai è dogma nella new age calcistica. Se non fosse che nel Napoli di Mazzarri quei numeri hanno sempre avuto un’Anima, con la A maiuscola.
Il nuovo che avanza è certamente Lorenzo Insigne la faccia pulita dello scugnizzo con talento, passione e ambizione. Il Napoli lo riporta alla base e lo mette nella schiera degli angeli azzurri dopo due anni trascorsi a segnare gol da copertina in C ed in B. Lo chiamano Lorenzo il Magnifico e diventa l’idolo del popolo azzurro in Trentino. Nel giorno della presentazione sul palco di Dimaro è accolto da una ovazione. Lui ringrazia e rilancia perché il carattere non gli manca. E alla domanda: “contro chi terresti a fare gol?” risponde: “ ’a Juve!”. Con quel dialietto tagliente quanto le sue parabole.
La sera del 14 luglio il Napoli sfila davanti alla piazza in tripudio con la Coppa Italia. La alza di nuovo per primo Cannavaro, come a rivivere il remake del trionfo. PoiMazzarri che mescola parole ed emozione: “L’abbiamo rivinta dopo 25 anni ed il merito è di questi ragazzi. E’ un coronamento di tre stagioni fantastiche ed è un successo che assume ancor più prestigio perchè lo abbiamo conquistato contro la squadra campione d’Italia”.
Il 15 luglio Marek Hamsik nella sua prima conferenza stampa alza la cresta come una bandiera spiegando bene cos’è Napoli e la napoletanità: “Questa città mi dà la felicità, qui ho tutto ciò che ho sempre desiderato”. Marek testa, cuore. Ed anche filosofia. La felicità consiste nel desiderare ciò che si ha.
Il giorno successivo il Presidente De Laurentiis annuncia l’arrivo di Valon Behrami e Alessandro Gamberini. Il Napoli va a definirsi sempre più chiaramente. Una volta li chiamavano jolly, oggi si dice versatili, ma la virtù è quella: giocatori che sanno interpretare in maniera eccellente più situazioni tattiche. Mazzarri ne delinea bene le qualità: “sono due calciatori che mi danno forza e garanzia. Sono soddisfatto di questo gruppo”.
Behrami e Gamberini cantano in coro ed esprimono con le stesse parole la loro soddisfazione: “Essere a Napoli è una grande gioia”. L’inno alla gioia è quello che accompagna gli azzurri alla prima amichevole stagionale con la rappresentativa trentina. Finisce 9-0 ed è emblematica l’apertura con tris di Insigne. Tripletta “all inclusive”: destro, sinistro e colpo di testa. Piacere, Lorenzo.
Ma è l’antipasto leggero. Perché il piatto si fa ricco il 20 luglio. Il Napoli sfida il Bayern Monaco ad Arco in una suggestiva rivincita del match di Champions. E la rivincità è servita perché il Napoli mette allo specchio il 3-2 dell’Allianz Arena. Stavolta vinciamo noi. Un gol più bello dell’altro, gioielli veri. Il primo di Cannavaro in mezza sforbiciata. Il capitano ne fa pochi ma tutti griffati come pezzi da collezione. Poi arriva la girata felpata di Pandev ed infine il marchio d’importazione di Insigne. Un destro dei suoi che brucia i tedeschi ed infiamma il popolo azzurro. Lui esulta e ringrazia: “Una emozione immensa”.
Ma più che le delizie del campo, lo spettacolo da ammirare è ciò che accade dietro le quinte per Lorenzo, nell’abbraccio della squadra e nella protezione dello spogliatoio. Il primo “tutor” è Paolo Cannavaro, il profeta in patria che conosce bene il peso specifico della maglia azzurra per un napoletano: “Insigne è un talento, ma toglietegli pressione e fatelo crescere”. Un imprimatur seguito anche dai più esperti di un gruppo che sa far innamorare piccoli e grandi. Come traspare dalla dichiarazione d’amore di Goran Pandev: “Napoli è la scelta della vita, vincere in questa città è qualcosa di unico”.
Un pensiero positivo di cui si è fatto mentore e portatore a Dimaro Aurelio De Laurentiis. Il Presidente arrivato in ritiro con l’elicottero, fa volare l’entusiasmo azzurro: “Puntiamo ai primi tre posti, vogliamo tornare in Champions perché è quello il posto in cui merita di stare Napoli”. De Laurentiis che pone l’azzurro al centro del mondo: “Sarà un Napoli internazionale, vogliamo dare al calcio e alla cultura napoletana una vetrina mondiale”. Azzurro Made in Naples.
Un’investitura che trasmette più di ogni altra cosa le intense vibrazioni che si avvertono in casa azzurra e nel quartier generale del Trentino. E non è certo un caso che nella conferenza di chiusura Mazzarri spedisca un messaggio chiaro e lusinghiero a tutto l’ambiente: “Questo è stato il miglior ritiro della mia carriera, ho gli uomini giusti nel posto giusto”. Gli azzurri vincono anche la terza amichevole con il Grosseto per 3-0 con gol di Gargano, Pandev ed il giovane Novothny.
Si chiudono con un filotto vincente due settimane di emozioni e sensazioni in Trentino. Con una promessa di Mazzarri che riecheggia ancora nell’aria: “Se quest’anno vinciamo qualcosa di importante, smetto di fumare…”. E se il buongiorno si vede da Dimaro…
E’ il Napoli la perla delle Dolomiti. Un’estate fa, la storia di noi due era un po’ come una favola…
Fonte: sscnapoli.it