La mattina ci si alza più tardi, con l’odore del ragù che sta cuocendo e le urla dei ragazzini che giocano in piazza: questa è la domenica tipo, ma c’è un particolare insostituibile che caratterizza la domenica dei napoletani.
La domenica non è tale se non c’è il Napoli a giocare. Giù al bar i due amici discutono sulla formazione da schierare, sulla tattica da adottare contro l’avversario di turno. C’è chi s’impegna a trovare gli ultimi biglietti, e c’è chi invece invita i propri amici al pranzo, obiettivo della giornata della moglie, per poi essere alle quindici pronti sul divano a seguire la propria squadra del cuore. Il ragù, le polpette di carne, le sfogliatelle per il napoletano non sono un pasto completo, ma sono solo l’antipasto al vero banchetto domenicale.
C’è poi una variante: la serale.
A questo punto il piatto della giornata diventa ancora più ricco, la domenica diventa un tutt’uno con il sabato: come il sabato di Leopardi, la domenica, quando c’è la partita alle 20 e 45, è l’attesa prima della festa. Alla festa parteciperanno in 60mila, con 22 protagonisti e tanti altri milioni di cuori che un po’ invidiano chi parteciperà a quell’atmosfera unica, il San Paolo di sera sotto la luce dei riflettori, un po’ sanno che si godranno la serata con gli amici, con una pizza d’asporto presa sotto casa e un buona birra per brindare alle vittorie azzurre.
Anche se stasera sarà solo un amichevole, per il napoletano vuol dire molto: una domenica è tale, solo quando c’è il Napoli a giocare.
DOMENICO PASSARO (twitter: @forevernaples)
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