Ecco che, dal più affezionato e appassionato dei tentativi, Spazio Napoli ha cercato di mettere insieme la formazione ideale di tutti i Napoli fino a oggi annoverati. Impossibile azzeccarla, quella giusta, perché in fondo non esiste. Ne esiste invece una che se ne sta dentro i ricordi di ogni tifoso, mister innamorato di quei colori che se potesse li sistemerebbe ogni domenica con gli occhi dei suoi beniamini di un tempo o di quelli di oggi. Allora questo valga come omaggio, doveroso e incantato, a tutti i lettori e a tutti i tifosi del Napoli, e a tutti i calciatori che hanno militato con la casacca azzurra.
In porta non si può che iniziare con il leggendario Dino Zoff. Il burbero e schietto numero uno friulano, campione del mondo nel 1982, ha giocato nel Napoli dal 1967 al 1972, disputando più di 140 partite. Il grande Dino è stato tra i più grandi portieri di tutti i tempi, e gli anni nel Napoli hanno rappresentato per lui quelli della consacrazione a estremo difensore di indiscusso valore.
In difesa Tarcisio Burgnich è stato il roccioso punto fermo della linea difensiva del Napoli dal ‘74 al ’77, vincendo con gli azzurri una Coppa Italia. Con lui, torna subito alla mente il regale Ruud Krol, magistrale mediano e difensore della nazionale olandese di Cruijff e dell’Ajax tre volte campione d’Europa. Krol ha giocato a Napoli dal 1980 al 1984. A completare la nostra difesa, due campani doc, Beppe Bruscolotti e Ciro Ferrara. Il primo ha giocato a Napoli dal 1972 al 1988, segnando un’epoca senza precedenti, detenendo il record di presenze azzurre, di oltre 500 partite. Ferrara, invece, è stato il difensore che col Napoli ha vinto di più, disputando tante stagioni da titolare inamovibile dell’undici partenopeo. Ha giocato in azzurro dal ’84 al 94’.
A centrocampo, ci piace immaginare un trio di poesia e intelligenza del calcio. Omar Sivori, argentino, nel capoluogo campano dal 1965 al 1969, è stato il grande mancino di quasi un ventennio. Il suo dribbling era imprevedibile e irriverente, e la sua tecnica era tipica di calciatori che nascono una volta ogni trent’anni. Chissà come sarebbe stato vederlo in una mediana con Antonio Juliano, “Tatonno”, regista di grande tecnica e personalità, cuore del centrocampo azzurro dal ’62 al ’78, come presenze secondo solo a Bruscolotti. A completare questa linea tutta tecnica e fantasia, Diego Armando Maradona, numero dieci dal 1984 al 1992. “El Pibe de oro” è stato la divinità del tifo partenopeo. Colui che contende a Pelè il titolo di più grande di tutti i tempi, rappresenta il momento più significativo della storia azzurra. Non c’è tifoso del Napoli che negherebbe a Dieguito la parola “irripetibile”, perché lui rappresenta il Mito del calcio, la regola aurea della rappresentazione poetica del gioco più seguito al mondo. E il mondo ha ammirato Diego, ma il Napoli lo ha avuto.
In attacco, un tridente che abbraccia la storia del Napoli. Antonio Vojak, con più di cento goal, il più prolifico centravanti azzurro di sempre. Ha militato nel Napoli dal 1929 al 1935. Trent’anni dopo, Josè Altafini, punta brasiliana, si è distinto come tra i più prolifici attaccanti degli anni ‘Sessanta e ‘Settanta, segnando, solo in Italia, più di 200 goal. Ha disputato col Napoli 180 partite, dal ’65 al ’72. A ultimare l’undici azzurro, Antonio Careca, attaccante del Brasile nella seconda metà degli anni ‘Ottanta, ha vestito la casacca partenopea dal 1987 al 1983. Punta di grande fantasia, rapidità e potenza, Careca è stato considerato da molti tra i grandi del calcio brasiliano, e a Napoli è riuscito a dimostrare tutto il suo immenso valore.
Allenatore di questa formazione, Bruno Pesaola. Il “Petisso”, ironico e carismatico, ha allenato il Napoli per molte stagioni, distribuite tra gli anni ‘Sessanta, ‘Settata e ‘Ottanta.
Inutile sottolineare come al fianco di Pesaola, in panchina potrebbero sedere Marcello Lippi o William Garbutt, storico mister del primo Napoli, o che in quella formazione potrebbero comparire anche campioni come Jeppson e Sallustro, Vinicio e Savoldi, oppure La Palma e Cannavaro, Ferrario, Canè, Sormani e Clerici.
Non a caso nessun posto è stato riservato ai calciatori attuali del Napoli, perché ogni buon napoletano, con la giusta dose di scaramanzia, preferirebbe aspettare prima di celebrare il presente. Non la prenda male, invece, chi si è visto escluso, perché sarebbe subito recuperato e schierato da altri mille napoletani, in recenti e più trascorse formazioni. Napoli ha buona memoria. E poi, si sa, per ogni tifoso azzurro il Napoli esiste da sempre.
sebastiano di paolo
Articolo modificato 2 Ago 2012 - 10:59