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Come nelle migliori fasi della stagione, passiamo dalla domenica al mercoledì senza possibilità di tirarci indietro. E se siamo andati alla prima, dobbiamo essere presenti anche alla seconda. Anche chi la volta scorsa a fine partita ha strappato il biglietto e ha dovuto ricomprarlo. E non ha avuto nessun pudore nel dirlo in giro.

E come le peggiori fasi della stagione, eravamo in numero tremendamente esiguo. “Pochi, ma buoni”, dicono. Ma le assenze sono pesanti e si notano. Tant’è vero che all’ingresso degli azzurri, in bianco per l’occasione, dimentichiamo di fare il nostro solito rito scaramantico e io al primo tempo non mastico il mio solito chewing-gum.

Fosse stata una partita mediamente seria non ce lo saremmo mai perdonati. Fosse stata una partita mediamente seria non l’avremmo mai dimenticato. Ma, fosse stata una partita mediamente seria, probabilmente, non avremmo mai visto signore amorevolmente affaccendate a pulire con fazzoletti imbevuti i sediolini della curva prima di posare i loro posteriori compìti. Sicuramente, fosse stata una partita mediamente seria non avremmo visto Vitale in campo sostituire Dossena. E forse non avremmo visto neanche Dossena. E in effetti non l’abbiamo visto.

Fosse stata una partita mediamente seria non avremmo perdonato a Smaili quel pallone tirato sul portiere solo davanti alla porta e non avremmo forse applaudito fino a spellarci le mani il giovane cileno pur di farlo sentire comunque a casa e accolto a prescindere. Che a dirla tutta, in effetti, non si è mosso male e sembra pure abbastanza dentro agli schemi. Ma s’adda scetà. Come ha saggiamente analizzato il tizio davanti a noi: “Vargas è ancora ‘nu criaturiell’, ci vuole il biberon. Invece Insigne è ‘nu scugniziariell’!”. A parte la difficoltà di pronuncia di tale vezzeggiativo, pare che abbia centrato. Ed è il motivo per cui gli applausi al frattese di domenica erano di compiacimento e orgoglio, quelli per Vargas erano più di incoraggiamento e apprezzamento per la buona volontà. Comunque un assist intelligente l’ha fatto, un goal l’ha sfiorato, qualche sorriso pure. Speriamo che quello dietro di noi non abbia avuto ragione quando ha detto: “Maro’! Pure il numero 9 s’è preso! Porta sfortuna!”.  Che si riferisse alla scorpacciata di goal mancati di Denis?! Non è dato sapere, ma fosse stata una partita mediamente seria, ci saremmo grattati l’impossibile facendo mille scongiuri. E bestemmiatogli contro. Ma eravamo in clima di festa e abbiamo tolto occasione!

 

Sì, in clima di festa. Non di vacanza. Proprio festa. Avevamo un compleanno da festeggiare. Fosse stata una partita mediamente seria avremmo fatto coreografie fantasmagoriche, oppure no. In tutti i casi abbiamo preferito una frase semplice, ma diretta. Il Napoli è una passione che si tramanda di padre in figlio. O figlia. E quindi non potevo che essere lì in curva di nuovo con chi mi ha fatto assaporare gli spalti del San Paolo a 4 anni e che non mi ha portata più via da lì. Se fossi una persona mediamente seria, la butterei sul melenso. E invece quello che mi porterò da questa partita vista di nuovo con mio padre sarà il “Dossè, si na chiavic’!” urlato di pancia (e che pancia!) integrandosi perfettamente nel gruppo skomposto. Posso dirmi una figlia orgogliosa!

Nel frattempo c’è stata anche la partita, certo. Due goal, Pandev e Maggio. A metà con Vargas il primo, che si allarga bene e la dà meglio, dimostrando di avere occhi anche dietro, e a metà con Hamsik il secondo che si conferma il re dei contropiedi. Un giovane Grava che deve farsi le ossa, o rifarsele per l’osteoporosi incalzante. Un Uruguay che perde, e mi sarei meravigliata del contrario con tutte le secce che c’erano ieri. E quindi un Cavani che torna in tempo per la finale. Cori anti-juventini che si fanno già sentire. Un po’ di giovani, quelli veri, della Primavera che si fanno già vedere. Un Napoli con poche occasioni, ma sfruttate bene, cinico come di solito sono gli altri contro di noi. Un Mazzarri che strappa applausi alla fine. Un Gargano che è coperto dalla coppa quando va a riceverla da capitano temporaneo. L’abbiamo detto. Fosse stata una partita mediamente seria…

Sabato altra amichevole. Con lo Sporting Braga. Il Presidente ci ha tirato un brutto scherzo. Almeno sei  giorni di anticipo ci vogliono anche per noi e quindi altri impegni precedenti ci portano lontano dal San Paolo. Per la prima volta dopo anni. Ma chissà che non avremo comunque altre cose da raccontare.

Intanto ci prepariamo per la Supercoppa.

E quella sì che è una partita mediamente seria.

Articolo modificato 2 Ago 2012 - 11:43