TRA BELLEZZA E PASSIONE – “Quanto è bella Napoli? Tanto. E io dico che è ancora più bella perché vivendola da dentro smentisce tutti i luoghi comuni sul suo conto. Napoli è straordinaria e il mare è la ciliegina. Io poi adoro il mare. La pressione, l’affetto della gente? Fa parte del gioco, se vieni qui ci vieni per questo, sai cosa troverai, Ma è bellissimo così. Non c’è un altro posto in Italia in cui ti senti veramente calciatore come qui. Forse non c’è nel mondo”
NAPOLI COME LA JUVE – “Chiarisco subito una cosa, come la chiarii al direttore Bigon la prima volta che mi parlò, per liberare il campo da equivoci, per far capire che la mia non era assolutamente una scelta di ripiego. Gli dissi: Guarda direttore che per me il Napoli vale la Juve, in tutto. Per me il Napoli è un top club. E’ quello che penso. La Juve e il Napoli sono diverse poi per il modo attraverso cui arrivano a fare il loro calcio. La Juve sulla carta ha qualcosa in più, non ultimo il ritorno alla vittoria che in un club titolato a caccia di riscatto significa tanto in termini di autostima. Il Napoli può colmare il gap con l’entusiasmo che ha dentro, con l’imprevedibilità. Quando dico che il Napoli è al top intendo dire che è una squadra in cui vai ad allenarti e sai che c’è un tecnico da cui puoi imparare e compagni da cui puoi imparare. Questo non capita ovunque”
PANDEV E CANNAVARO – “Stiamo molto insieme fuori dal campo, è vero, ci troviamo. E’ stato bello riabbracciare Goran, lui ha fatto il suo percorso importante, oltre che forte ora è anche maturato molto. Un ragazzo solare, uno che pensa sempre agli altri oltre che a sé. Per me, insieme al capitano Cannavaro, Goran è un riferimento. La nostra coppia d’attacco è tra le prime della serie A. Cavani e Pandev sono due fuoriclasse, starà a noi metterli in condizione di diventare devastanti. Ecco, se noi lavoriamo nel modo giusto per la squadra Pandev e Cavani sono i due che possono regalare entusiasmo, imprevedibilità e poi chissà cosa può succedere. Nulla che si possa dire ora. C’è un punto di partenza, che sta nel migliorare la scorsa stagione e quindi tornare in zona Champions. Poi, siccome a me non piace pormi limiti, se scattano certe componenti, l’imprevedibilità, l’entusiasmo, allora si può stare a vedere…”
MAZZARRI – “E’ un tecnico che prepara un’amichevole come una finale di Champions. Uno attento ai particolari. Uno che ti consente di sbagliare una volta e se lo rifai sono guai. Dà stimoli forti. Cosa mi chiede in campo? Qualcosa di diverso rispetto a quello che facevo alla Fiorentina, dove le mansioni erano più difensive. Mazzarri vuole profondità, inserimenti. A me l’interpretazione del ruolo in questo senso mi piace perché mi responsabilizza”
ANCORA MEGLIO – “Non sono al top, io sono un giocatore fisico e ci metto un po’. Ma sono contento del lavoro nuovo fatto in preparazione, stiamo rispettando le tabelle di marcia. Tra un po’ arrivo…”
Articolo modificato 3 Ago 2012 - 10:18