De Laurentiis e il rospo Balzaretti

Aurelio De LaurentiisSchietto, pungente. Un perenne duello tra sincerità e arroganza. Ormai i tifosi del Napoli conoscono perfettamente Aurelio De Laurentiis, pregi e difetti di un patron prepotentemente fuori dagli schemi. Gli è bastato mettere piede a Pechino e non ha risparmiato le prime uscite al vetriolo, con frecciatine ben indirizzate alla Figc e ad Antonio Conte. Ha parlato anche di mercato e della caccia all’esterno ormai sempre più simile ad una soap. Ma il presidente non dimentica lo smacco subito e allora la spada Balzaretti torna a trapassare i suoi pensieri: “Ci ho provato ed ho offerto di più della Roma. Non è andata in porto – dice stizzito – il ragazzo ha voluto accontentare sua moglie e il suo ego preferendo la Capitale, bisogna accettare queste scelte di campo“. Un amore stroncato sul nascere che ancora brucia dentro. De Laurentiis si era impegnato in prima persona nella trattativa, dapprima contattando Zamparini e poi con un lavoro certosino per accogliere le esigenze del calciatore. Aveva perfino messo a disposizione un jet privato per garantire a Balzaretti di raggiungere la famiglia a Parigi in qualsiasi momento. Un interessamento forte, tanto da accantonare le piste Armero e Cissokho in orbita azzurra da inizio estate.

Ogni sforzo è stato vano. Il terzino ex Palermo, rifiutato dal Psg, ha deciso di accasarsi a Roma impugnando l’arma dell’assenza delle coppe (e dunque della maggiore libertà di spostamento) come motivazione della sua scelta. De Laurentiis non è convinto del quadretto familiare che rievoca la Mulino Bianco. L’amaro in bocca traspare dal riferimento all’ “ego” del giocatore, parole che fanno il paio con quell'”andasse pure a Roma… proferito qualche giorno fa, solo all’apparenza una resa incondizionata. Aurelio ama le sfide e detesta soccombere. Il rospo proprio non lo digerisce. Tra le righe delle sue critiche forse si cela un rifiuto da parte del biondo difensore della città partenopea in quanto tale, argomento che da sempre scatena l’ira del presidente. Magari, è una mera supposizione, Balzaretti era sicuro di un posto in squadra all’ombra del Colosseo dopo l’addio di Josè Angel, mentre a Napoli c’erano brutti ceffi come Zuniga e Dossena che lo attendevano sull’uscio col coltello fra i denti.

Il placet della moglie è stato determinante. De Laurentiis, come noi d’altro canto, non avrà certamente gradito le dichiarazioni di Eleonora Abbagnato, lady Balzaretti e prima étoile dell’Opera di Parigi: Abbiamo scelto Roma piuttosto che Napoli perchè è una città splendida per i bambini…“. Che la culla dell’Impero romano rivesta un fascino alienato dai circuiti temporali è un dato di fatto, ma la vetusta Partenope non ha nulla da invidiarle. In realtà è quel senso velatamente dispregiativo, quel sottile accostamento in termini di vivibilità a far storcere il naso. Per maggiori informazioni si chieda al sindaco Gianni Alemanno, bistrattato dai suoi concittadini per l’incapacità di mettere un freno alla crescente micro-criminalità che inquieta la Capitale. Dalla signora Abbagnato, palermitana purosangue, nata e cresciuta in un territorio straziato almeno quanto il nostro, era lecito attendersi un briciolo di tatto nei confronti di una città sbattuta troppo spesso senza rispetto sulle prime pagine dei giornali. Poveri ricchi, ben disposti a veicolare buoni sentimenti dall’alto del loro castello dorato. Forse, però, la verità è rimasta imbrigliata tra i rami degli alberi. In fondo nel calcio spadroneggiano gli sceicchi, ma anche il mondo del teatro sa incantare con offerte irrinunciabili. Perdonate l’ardire, non prendiamoci in giro.

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