A.A.A: cercasi nuove avversarie per la Juve. Perdenti e sottomesse, ma con un forte spirito olimpico

Parole in libertà e in perfetto stile Juve: sono quelle pronunciate un paio di giorni fa a Villar Perosa da John Elkan che ha dimostrato una volta di più di aver pienamente ereditato (a parte i soldi) tutta la “simpatia” di Casa Agnelli.

PRIMA IL BOEMO-  La prima vittima è stata Zdenek Zeman: stuzzicato da un giornalista sul caso-Conte durante una conferenza stampa, l’inventore del super Pescara aveva osato affermare come la sanzione prevista per l’allenatore leccese quasi non sembrasse punitiva. Quest’ultimo, infatti, potrà sempre dirigere la squadra dal primo allenamento del lunedì fino alla rifinitura della domenica mattina, salvo poi non accomodarsi in panchina solo al momento della partita. Secondo Zeman, se il coach bianconero fosse davvero colpevole, dovrebbe rimanere lontano dal calcio giocato per tutta la durata della pena. Il boemo ha espresso queste sue idee perché direttamente interpellato sulla questione: ha risposto da uomo libero, che non ha scheletri nell’armadio, con la solita ruvida pacatezza che gli appartiene, ma senza l’intenzione di sputare sentenze infamanti. Il rampollo dell’importante famiglia piemontese, però, non ha gradito molto l’intromissione e ha affermato: “Ha vinto più Massimo Carrera in un giorno che Zeman nella sua trentennale carriera”.

In fin dei conti ha ragione. Peccato però che Elkann abbia tralasciato due piccoli particolari: innanzitutto, con Mazzoleni in campo la Juve avrebbe vinto la Supercoppa anche con Oronzo Canà in panchina. In secondo luogo, sono nati più campioni grazie a Zeman nei suoi 30 anni di carriera, rispetto a quanti ne potrebbe  mai far nascere Massimo Carrera nei prossimi cinquecento anni.

NAPOLI E IL FAIR PLAY-  Ma dopo il parallelo calcisticamente blasfemo tra Carrera e Zeman, il nostro eroe ha pensato bene di farne un altro: Bisognerebbe prendere esempio dalle Olimpiadi, quello è sport. Tanti italiani hanno subito torti arbitrali, ma prendete Roberto Cammarelle che ha rispettato le regole senza fiatare… Bisogna riflettere bene prima di adottare certi comportamenti.

John, la preghiamo, ci faccia capire bene: paragonando il Napoli al pugile di Cinisello Balsamo (beffato a Londra da alcuni giudici a dir poco faziosi) intende ammettere candidamente che gli azzurri sabato scorso a Pechino sono stati fregati dall’arbitro ma avrebbe gradito che fossero comunque saliti sul palco per rendere omaggio ai colleghi bianconeri?

Non crede che fare la morale sullo spirito olimpico ai napoletani dopo quello che è successo dal settantacinquesimo minuto di quella partita sia “appena un pizzico” fuori luogo? Non ritiene opportuno che il club che Lei rappresenta (dopo le figure meschine che hanno visto per protagonisti vari tesserati bianconeri dal 2006 ad oggi, da calciopoli a scommessopoli) adotti un profilo più basso o quanto meno nel caso in cui venga agevolata da una condotta arbitrale “amica” raccolga i frutti immeritati in umile silenzio?

Magari, per spianare ancora maggiormente la strada alla cara Vecchia Signora si può escogitare qualcosa di nuovo. Senta che idea, John: forse tutti i giocatori delle squadre di Serie A e di Champions League che davvero apprezzano e conoscono le regole del fair play  prima di affrontare la Juve dovrebbero non dormire per le tre notti precedenti al match, una volta entrati sul rettangolo verde cercare di impegnarsi poco o nulla, farsi umiliare dalla terna arbitrale di turno, perdere e infine congratularsi  con Buffon, Marchisio e compagnia bella (preferibilmente col sorriso sulle labbra). Questo si che sarebbe vero spirito olimpico “Made in Torino”…

Marco Soffitto

 

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