L’estate sta finendo, il mercato se ne va. Son diventato grande? Mah! Sogni sdraiati al sole. Tanti i tifosi che hanno chiuso gli occhi in questi mesi torridi sperando di riaprirli alle porte di una stagione da favola. L’atmosfera fiabesca sembra essere stata spezzata. Il precampionato del Napoli, le sue sette vittorie su sette gare giocate, avevano schiarito le nubi addensate dalla cessione di Lavezzi. La Supercoppa sfuggita tra tante recriminazioni e le strategie di mercato poco degne di essere chiamate tali fanno improvvisamente avvertire presagi di sventura. Evitiamo, però, catastrofismi e proviamo a ritrovare un equilibrio di giudizio.
Indubbiamente vedere un simbolo dell’era De Laurentiis come Gargano sgattaiolare via da Napoli con invidiabile nonchalance e per una cifra irrisoria, tra l’altro per indossare la maglia di una diretta concorrente, lascia sbigottiti. Non tanto per l’addio improvviso, il Mota è un peperino orgoglioso e perdere valore nelle gerarchie di Mazzarri poteva provocare un terremoto nello spogliatoio. L’aspetto angosciante è privarsi di una pedina tatticamente duttile e con elevato quoziente di fisicità senza avere già in caldo un’alternativa, tipico delle squadre d’alto rango. El Kaddouri, ad un passo dalla firma, è un giovane di rosee prospettive, ma è una mezzala (un vice-Hamisk insomma) e ovviamente non va a colmare il vuoto lasciato dallo stakanovista uruguaiano.
Mancano sul taccuino del ds Bigon nomi di calciatori affermati e affidabili che arricchiscano una rosa fortunatamente già valida. Ormai non si pretende il pezzo da novanta, il salto di qualità è stato dichiarato nullo. Ma almeno rimpiazzare le perline della collana gettate al vento è doveroso. Invece in alcuni ruoli (interni di difesa, esterni, centrocampista centrale e vice-Cavani) vige una fastidiosa precarietà che non fa dormire sonni tranquilli ai napoletani. Eppure non occorrevano operazioni galattiche, bastava una puntina di sana lungimiranza e visione d’insieme. In stile Pierpaolo Marino, non so se avete presente. Infatti sono proprio gli uomini di mercato azzurri ad aver convinto poco. Inutile fare processi ad una settimana dalla chiusura delle trattative, un colpo di coda potrebbe farci ingoiare ogni critica. Intanto c’è da constatare come i vari Balzaretti, Pereira e Cissokho, a lungo corteggiati dal club azzurro, si sono accasati altrove. La politica attendista e low cost adottata lungo tutta l’estate è vicina ad un epilogo avvilente. E il famoso tesoretto da 68 milioni di euro? Il pirata “fair play finanziario”, meno aitante e cinematografico di Jack Sparrow, è piombato sui nostri averi ed è fuggito col bottino. Saccheggiati da qualche kefiah di troppo e dal rigoroso rispetto delle regole.