Non resta che rimboccarsi le maniche e lavorare. Dopo il pessimo spettacolo di domenica sera, in cui il terreno da gioco del San Paolo si è “presentato” in condizioni pietose e indecenti, non resta che velocizzare i lavori di manutenzione e risolvere quanto prima questo problema. E’ impensabile per giocatori, e non solo, dover giocare su un campo che di terra ed erba ne ha ben poca. Un vero e proprio “scivolone” da parte della società.
Ma analizziamo bene la situazione. Facciamo chiarezza e focalizziamoci su i problemi che affliggono il nostro “santuario del calcio”, arena (nel vero senso della parola, almeno domenica!)di grandi imprese e straordinari traguardi:
IL FUNGO O NON FUNGO?: E bene si, è lui la causa di tutto. Un fungo pesticida che ha trasformato il “salutare”prato verde, in un terreno inadatto anche al pascolo!Molti puntano il dito contro la società, incaricata della manutenzione. Ma il club si difende, e promette di “anestetizzare” quanto prima questo fungo dispettoso. Addirittura le “malelingue” pensano che questa del fungo sia solo un’ottima scusa per celare la negligenza del club azzurro, che ha trascurato o meglio ha subordinato la priorità per i lavori allo stadio. Ma rimangono pur sempre supposizioni pregiudiziose.
OLTRE AL FUNGO C’è DI PIU’: “I guai non arrivano mai da soli”. Propio così. Un terreno malato non è l’unico problema da affrantore. Oltre all’urgenza di dotare il San Paolo di bagni agibili, almeno in una delle due curve, c’è da sincerasi della stabilità dell’edificio, ottenendo quanto prima un certificato che testimoni il tutto.
Non c’è più tempo da perdere. Il Napoli è in Europa. Ed è giusto che lo stadio sia “all’altezza” delle competizione che dovrà accogliere.