Il Capitano del Napoli Paolo Cannavaro ha rilasciato una lunga intervista all’edizione odierna del Corriere dello Sport. Ecco quanto evidenziato da spazionapoli.
La gioia di essere capitano “E anche il simbolo, ora lo posso dire ed in assoluta umiltà. Perché prima, quando me lo chiedevate, mi sembravate un po’ esagerati. Stavolta no, perché avverto dentro di me qualcosa di diverso e me ne accorgo anche nei rapporti con i compagni, con la gente. Non sono di troppe parole, ma sono il primo che si presenta all’allenamento e l’ultimo che se ne va perché mi sembra l’unico bel modo per dare un buon esempio”.
Gli obiettivi “Ho il contratto in scadenza nel 2015, ma confido nella salute per rinnovare ancora. Il desiderio è di emulare Zanetti, essere ancora protagonista a quell’età e con quell’energia, con quell’entusiasmo. Invecchiare, calcisticamente, con la maglia del Napoli addosso. Avvicinare quanto più possibile Bruscolotti e Juliano, che restano due bandiere irraggiungibili. E almeno entrare tra i primi dieci di tutti i tempi. E, ovviamente, vincere. E’ stato così bello a Roma, che ci ho preso gusto. E posso garantire che è piaciuto a tutti noi. Un capitolo indimenticabile. Ero in mezzo al campo, vedevo il palco e pensano: non è possibile. Mi rivedevo bambino, felice per la vittoria del Napoli in Supercoppa: quella sera lì io sognavo ad occhi aperti però non ero riuscito a pensare che ce l’avrei fatta”.
La Coppa Italia a casa Cannavaro “E a chi dovevo darla? L’ho tenuta per due giorni, l’ho lavata, l’ho lucidata. Sono venuti Aronica e Cavani a fotografarsi al suo fianco. L’abbiamo accarezzata. Poi l’ho portata in sede, perché quella è stata la vittoria di tutti, e l’ho lasciata lì. Nessuno se n’è accorto ancora, ma è un pezzotto, come si dice da noi, un’imitazione. Quella vera ce l’ho ancora io”.
Hamsik “La settimana scorsa è venuto al campo e m’ha avvisato: guarda che ti prendo, m’ha detto. Intanto, ho un bel vantaggio. Ma se dovesse acchiapparmi io infilo nel conteggio i minuti giocati…Detto ciò, vi aggiungo: è un un fuoriclasse, una persona staordinaria, un uomo vero, anzi è un fenomeno. S’era capito subito: ha un’intelligenza e una facilità di gioco quasi senza eguali”.
Il campionato “E’ il campionato più incerto ed equilibrato che mi sia capitato di vivere e anche di osservare. Siamo in tanti che vogliono essere protagonisti, non so quanti ce la faranno. Ma se la Juventus mostrerà la stessa fame della passata stagione, rischierà di non perdere neppure quei sette-otto punti che ti costa la Champions. E allora sarà complicato. Ma intanto le prime due giornate hanno fatto emergere qualche curiosità: la Fiorentina mi è piaciuta tanto ed ha una sua identità; e la Roma, che ho visto in tv, mi incuriosisce: gioca, diverte ed ha un allenatore particolare”.
L’addio di Lavezzi “E’ un amico e resterà tale. L’ho sentito per telefono, i rapporti restano vivi. Ho il sospetto che un po’ Napoli gli manchi ma ha voluto provare un altro calcio e va rispettato. Ci ha dato tanto, nessuno dimentica. Però bisogna guardare avanti e quel Pandev là vedrete di cosa sarà capace”.
Vargas “Posso puntare con sicurezza su Vargas e non è un discorso fazioso: io lo vedo in allenamento tutti i giorni, lo affronto, so quello che ha dentro, la rapidità d’esecuzione, l’istinto. Garantisco io, se posso permettermi: è imprendibile. Il tempo è con lui”.
Fonte: Corriere dello Sport