Dieguito ha rischiato di finire nel carcere di Poggioreale, poco prima di finire in manette a Buenos Aires. “Ero del parere che Maradona andasse arrestato, perché gli indizi a suo carico erano molti e i fatti erano obiettivamente gravi. Ne parlai con il procuratore dell’epoca e gli dissi che ero pronto a firmare la richiesta di custodia cautelare in carcere. Ma il procuratore non volle. Forse, la mia inchiesta era troppo in anticipo sui tempi“.
Resta il beneficio del dubbio, il capire e comprendere come mai una vicenda così radicata nella vita del pibe, una situazione che sembrerebbe fosse stata ben nota alle principali cariche istituzionali degli organi di polizia, sia rimasta ingabbiata per anni, bloccata nel fondo di una bottiglia dal collo troppo stretto e ripido per poterne venir fuori. Saranno state storie di altre epoche, vicende di spaccato di vita calcistica infangata dalla vergogna del malaffare, tra spacciatori, ricattatori e camorristi, uomini di potere e burattini senza fili, l’unica parola utile che può mettere fine ad uno scempio perpetuato e…. “basta”.
Vogliamo parlare di calcio, vogliamo stropicciarci gli occhi per una rete stupenda, per una giocata strabiliante, magari “alla Maradona”, mai più per aver visto e sentito uomini o pseudo tali calarsi fino ai capelli in un mare di letame, dove abitano corruzione, soldi sporchi e combine, cioè tutto cioè che rappresenta l‘Antisport per eccellenza. Di sentenze mai controfirmate, di arresti, accuse, avvisi di garanzia e sospetti comprovati non ne possiamo più. Che venga presto la domenica del pallone…
Articolo modificato 14 Set 2012 - 00:51