Per De Laurentiis e una buona frangia di tifoseria partenopea è considerata una “coppetta”, un fastidio che ruba fatiche ed energie per il campionato, ma per il tifoso “vero”, quello che ama il Napoli e vuole vederlo troneggiare non solo in Italia, l’Europa League rappresenta quel “quid” che potrebbero rendere ancora più esaltante una stagione già carica di entusiasmo, dopo il brillantissimo avvio in campionato.
Il fascino di una partita di coppa non è sostituibile con alcuna partita di campionato, e non importa se si giochi a Barcelona o a Dnipropetrovsk; l’importante è esserci ed onorare al meglio la competizione, come il Napoli ha fatto due stagioni or sono, quando fu l’ultima squadra italiana ad arrendersi, negli ottavi contro il Villareal. Come due stagioni fa, ci sarà una svedese davanti agli azzurri; fu l’Elfsborg nel 2010-2012 nel preliminare, giovedì invece i partenopei esordiranno nel girone F contro l’AIK Solna, un inedito.
Magari la compagine svedese non offrirà un appeal della grande squadra, ciò non toglie che il Napoli dovrà interpretare la partita non come un riempitivo del giovedì, ma come una partita vera, dove la posta in palio è alta, tre punti per iniziare bene il girone, ed alimentare quell’entusiasmo da portarsi poi a Catania, per continuare la striscia vincente in campionato.Guai però, a credere di aver già in tasca i tre punti; nella scala gerarchica del girone l’AIK Solna rappresenta la quarta forza, ma non per questo partirà sconfitto in partenza. D’altra parte, con le dovute proporzioni, anche il Napoli si trovò nella medesima situazione lo scorso anno, in Champions League, quando nel “girone della morte” era sulla carta, per forza ed esperienza internazionale, la “Cenerentola” del girone, ma poi sappiamo tutti come andò a finire.
La curiosità sarà, adesso, osservare il comportamento di Mazzarri che, sicuramente, ricorrerà ad un turnover, giusto e quanto mai necessario per far riposare chi non conosce sosta e per dar modo a chi, magari, è meno coinvolto nella squadra titolare e potersi giocare le sue possibilità.
Guai, però, a pensare che l’Europa League sia una competizione di seconda scelta nella quale far giocare calciatori altrimenti improponibili, o presentare squadre sperimentali; si rischierebbe seriamente la brutta figura.
Giustissimo dare spazio a Vargas, a Donadel e ad El Kaddouri ad esempio, ma che siano inseriti in un contesto di squadra che presenti similarità a quella titolare, onde evitare problemi di ambientamento e di intesa tra ragazzi che giocherebbero insieme per la prima volta. Poi, naturalmente, le scelte le fa Mazzarri e gli non possono fare altro che prendere atto di tali decisioni. Che si dimostreranno giuste o sbagliate lo sapremo solo il triplice fischio dell’arbitro. Nel frattempo, godiamoci quest’attesa per l’esordio in Europa della maglia azzurra e speriamo poi di poter parlare di una vittoria importante, in vista della trasferta di Catania. Forza ragazzi.