Il San Paolo ed i 35.000 fedelissimi

C’era una volta il San Paolo, il tempio che ogni tifoso del Napoli reputa come sua seconda casa, che ha la priorità assoluta su famiglia, lavoro, impegni di ogni genere ed altri svaghi. Il calcio sotto l’ombra del Vesuvio da sempre infatti, non viene vissuto come un hobby o un semplice passatempo ma è linfa vitale, quella molla che permette ad un intero popolo di riscattarsi da anni di soprusi culturali e sociali e che fa dimenticare in 90 minuti affanni e pensieri dell’intera settimana, lasciandoti unire con un grande abbraccio alle altre 60.000 persone che stanno vivendo in prima persona accanto a te le stesse emozioni. L’impianto di gioco di Fuorigrotta è stato da sempre un vero e proprio fortino, bunker inespugnabile dove poche squadre sono riuscite a spuntarla, intimorite dalla bolgia infernale dei cuori azzurri che battono all’unisono con quelli dei propri beniamini. Niente può fermare i supporter partenopei: acqua, freddo, grandine, prezzi alle stelle, gare di cartello o meno blasonate. Quando il Napoli gioca in casa, il San Paolo è sempre preso d’assalto. O almeno lo era.

IL RISPARMIO POST CRISI. La forte crisi economica che si è abbattuta su tutta l’Italia negli ultimi periodi infatti, si è giustamente ripercossa anche nel fatato mondo del calcio che, per essere seguito al meglio, ha bisogno di un investimento alle spalle non da poco. Dato sconvolgente, è stata la partita di Europa League tra Udinese e l’Anzhi di Eto’o la settimana scorsa, seguita al Friuli soltanto da 15.000 persone. I 30.000 di Napoli-Aik Solna alle 19 dello stesso scialbo giovedì autunnale, sembravano al cospetto, indemoniati. Un problematica che investe quindi genericamente tutto il mondo del calcio, costretto già da qualche anno a tirare la cinghia anche a causa delle pay per view che hanno letteralmente ucciso le emozioni del live: ormai le telecamere entrano anche negli spogliatoi ed è molto più comodo godersi lo spettacolo seduti sul proprio divano davanti ad un bel televisore 50 pollici full hd piuttosto che partire alla volta di uno stadio affrontando traffico, rinunciando al pranzo della domenica ed al relax del week end. Sono scelte, alle quali torna ad aggiungersi anche il fattore economico.

LA CARICA DEI 35000. Soffermandoci sul nostro amato San Paolo infatti, la sottoscrizione all’abbonamento ha un suo bel costo in ogni settore, piuttosto elevato per una famiglia che vanta allo stadio papà e figli e seguito. Per garantire poi anche la copertura delle trasferte, un nucleo medio di tifosi è costretto ad acquistare anche il pacchetto calcio di una pay per view, ugualmente oneroso. Per ovviare a tutte queste problematiche, anche ai tifosi spetta fare qualche rinuncia: le vendite degli abbonamenti sono così vertiginosamente calate anno dopo anno, toccando il picco basso di circa 11.000 tessere rispetto alle già poche 16.000 dello scorso anno. Anche i dati delle singole gare parlano chiaro: da inizio stagione il San Paolo non è mai stato tutto esaurito come avvenuto nella scorsa stagione, nonostante la squadra stia vincendo e convincendo soprattutto tra le mura amiche. Mentre per l’esordio casalingo contro la Fiorentina il Napoli quest’anno ha registrato solo 32.000 spettatori, lo scorso anno nella prima al San Paolo contro il Milan erano presenti 51.000 tifosi. Stessa percentuale per l’avventura in Champions: 47.000 spettatori per Napoli-Villareal, 16.000 in meno contro l’Aik Solna. Tre vittorie interne su altrettante gare tra serie A ed Europa League ma ciò non basta per convincere i tifosi a seguire perennemente la propria squadra del cuore a Fuorigrotta. “I prezzi dei biglietti sono troppo alti per permettere anche ad una coppia di vedere due partite a settimana” ripetono i fedelissimi che, seppur a malincuore, devono accontentarsi della classica telecronaca in tv. Anche domani sera contro la Lazio saranno presenti circa 35.000 tifosi al San Paolo, lasciando così sguarniti alcuni settori, i meno popolari. I 65.000 di Napoli-Avellino di serie C stagione 2004-2005 o i 58.000 dello scorso Napoli-Juventus di campionato sono, per ora, solo un bellissimo ricordo anche se, chi sarà presente non farà sicuramente rimpiangere uno stadio poco meno gremito.

Alessia Bartiromo

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