Una volta era “Mamma, li turchi“, oggi è “Mamma li svizzeri”.
E’ opinione consolidata che l’architettura di una squadra trovi il suo asse di equilibrio in mezzo al campo, è in mezzo al campo che si vincono le partite. Il centrocampo è il cuore ma anche il cervello dell’organismo-squadra, è il motore che aziona e che permette di mantenere i giri, è anche, quando vuole, il cambio che aumenta o scala le marce in rapporto alle esigenze.
Quest’anno il Napoli ha un centrocampo completo, che sa abbinare quantità e discreta qualità. Inler, Dzemaili e Behrami sono l’asse portante della nuova compattezza partenopea. Ieri c’era un mostro in campo, e non era Cavani. Il suo nome è Valon Behrami. Giocatore feroce, agonista nel senso ultimo dell’etimo, recuperava palloni e pressava fino all’asfissia mandando in tilt i palleggiatori laziali.
Subito un nuovo “idolo”, dimenticato Gargano. Umile e generoso, senza troppe manie di protagonismo, è forse il leader che al Napoli mancava dopo che Inler, suo connazionale, ha tradito le attese.
E’ il giocatore, insieme a Cavani, che meglio rispecchia la personalità di Mazzarri, e proprio questa coincidenza caratteriale ha portato il mister azzurro a lasciarsi scappare questa investitura: “Behrami è ad oggi insostituibile”. Solo Cavani ha goduto fino ad ora di questa indulgenza, adesso se ne è aggiunto un altro.
Con uno Dzemaili sempre più completo e tenace, e aspettando che al compitino Inler aggiunga anche un dinamismo qualitativo, con un Behrami così, da Roma a Torino ieri ho sentito gridare “Mamma, li svizzeri”
Carlo Lettera
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Fonte foto resport.it