Non mettiamoci maschere, tutti sogniamo di arrivare a Maggio stravolti e felici dopo una leggendaria cavalcata. Già facciamo tabelle, già immaginiamo l’apoteosi nelle strade, il crollo del cuore e l’urlo impazzito. Ma senza saperlo ci stiamo buttando tra le braccia di una possibile e acutissima sofferenza. Non oso immaginare il tracollo che si verificherebbe se proprio all’ultimo non ce la facessimo, se tutte le nostre fantasie, che quasi droghe convenzionali ci avevano alleggerito la vita, si disperdessero proprio alla fine, come una morbida neve insultata da un raggio maleducato.
La fantasia, il sogno, sono l’anticamera della disperazione. Non senza un perché i poeti, gli artisti, coloro che più immaginano, sono anche i più desolati nel cuore. E noi napoletani siamo tutti poeti, e proprio per questo ci nutriamo di sogni, con il rischio poi di scontrarci con la realtà cruda che ci abbatte come legno tarlato.
Rimaniamo calmi cari tifosi, anche se è contro la nostra natura. Già so che questo invito rimarrà inascoltato, ed io sarò il primo a infrangerlo, a non rispettarlo. Ma almeno dicendocelo potremmo trovare una scusa, un rifugio nella coscienza. Ma si sa, il calcio dei napoletani nulla spartisce con la coscienza e la ragione. E allora rischiamo, tutti insieme. Se la fantasia si rivelerà menzogniera, potremo ben stringerci tutti muti e lacrimosi, se risulterà trionfante…bhè, questa è un’altra storia che scriveremo nelle piazze.
Carlo Lettera
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Articolo modificato 27 Set 2012 - 15:52