Se la difesa del Napoli è la meno perforata di questi primi sei turni di campionato lo si deve alla partenza sprint della vecchia guardia (Cannavaro, Campagnaro e Aronica) e alla rinascita calcistica di Miguel Angel Britos , che prima d’infortunarsi aveva iniziato a convincere allenatore e tifosi.
GAMBERINI, CHE SORPRESA!– Ma se il reparto arretrato azzurro fornisce tali garanzie è anche grazie ad un nuovo innesto inizialmente un po’sottovalutato: quello di Alessandro Gamberini. Il roccioso centrale è reduce da un vero e proprio annus horribilis con la maglia della Fiorentina (di cui era anche capitano). Per il trentunenne bolognese la scorsa stagione è stata una via crucis calcistica, con la compagine toscana che metteva in scena il peggior calcio dell’intera Serie A e la piazza viola che non lesinava alla squadra e allo stesso Gamberini critiche e fischi. Ma dopo appena un paio di mesi dall’approdo al Napoli, il “gambero” (come lo chiamavano a Firenze fin dai tempi di Prandelli, quando ancora vantava un discreto credito nei confronti della gente del “Franchi”) sembra già aver ritrovato lo smalto dei tempi migliori risultando tra i più brillanti in queste sue prime uscite in maglia azzurra. Anche ieri, in quel di Marassi, il numero 55 partenopeo ha interagito con Cannavaro e Campagnaro come se giocasse insieme a loro da una vita, riuscendo inoltre a conferire alla difesa azzurra un tocco di esperienza e di tranquillità in più.
IL MAGO WALTER- Ormai non fa neanche più notizia, Walter Mazzarri con Gamberini riesce a recuperare fisicamente e psicologicamente l’ennesimo calciatore su cui chiunque altro non avrebbe più scommesso un soldo bucato. La lista inizia ormai ad essere sostanziosa: Paolo Cannavaro, Gianluca Grava, Totò Aronica e Michele Pazienza (questi ultimi due fino all’arrivo del tecnico toscano a Napoli praticamente riscuotevano la pensione) furono i primi beneficiari della nuova “cura” dell’ ex coach di Samp e Reggina. Poi fu il turno di Christian Maggio, che con Mazzarri ritrovò la brillantezza degli anni in blucerchiato fino a diventare tra i migliori esterni destri che ci sono ancora oggi in circolazione. Ma il vero capolavoro Mazzarriano è visibile tutte le domeniche sulla fascia sinistra azzurra: Juan Camilo Zuniga. Il colombiano fu prelevato quattro stagioni or sono per 9 milioni d’euro dal Siena e l’inizio della sua avventura napoletana (complice anche un fastidioso infortunio) fu a dir poco imbarazzante: ovvero, per i tifosi azzurri Zuniga aveva cominciato ad assumere tutte le tipiche sembianze del “pacco”, o del “bidone” se preferite. Ebbene, il “Mago Walter”, allenamento dopo allenamento, con uno dei suoi incantesimi l’ha trasformato da brutto anatroccolo in cigno, rendendolo uno dei fluidificanti più validi e duttili d’Europa.
Solo con Quagliarella non ci fu niente da fare, ma forse non si poteva aiutare chi non voleva essere aiutato…
Marco Soffitto